NO PRAYER FOR THE DYING: I TESTI

Dopo aver toccato i propri vertici qualitativi con una serie di dischi progressivi ed elaborati, gli Iron Maiden, orfani di Adrian Smith, si affacciano agli anni novanta scarnificando il loro stile e recuperando le proprie radici stradaiole, pubblicando un disco che é più hard-rock che metal, e scivola via abbastanza inosservato, poco ispirato e banalotto, nonostante qualche brano discreto. L'opener Tailgunner, che poggia prevalentemente su un buon chorus vocale, si rifà al mitragliatore di coda degli aerei impegnati nella II Guerra Mondiale, con annessi riferimenti a battaglie, personaggi e luoghi realmente esistiti (Dresda, Colonia, Francoforte); il titolo deriva, a detta di Dickinson, da un film porno sul sesso anale: il cantante trovò efficace il titolo ma, ritenendo di non poter scrivere un testo su un tale argomento, preferì utilizzarlo in chiave bellica: Arrampicati nel cielo,non chiederti mai perchè sei una mitragliatrice. Allegrotta e dotata di un buon ritmo rockegiante, Holy Smoke si scaglia contro i telepredicatori, tanto di moda nei paesi anglosassoni, e sugli scandali da essi destati nel corso degli anni ottanta: Dickinson li paragona a soldati nazisti, a causa della loro consuetudine di bruciare libri e dischi rock. Il Jimmy Reptile citato nel testo é in realtà Jimmy Swaggart, pastore americano fermamente attivo contro la musica rock e autore del libro Musica: La Nuova Pornografia, che ritraeva in copertina proprio Steve Harris. Una copia del libro finì sul comodino di Bruce, che scrisse un testo provocatorio e ironico su un personaggio disgustoso, capace di predicar bene e razzolare male, visti gli scandali in cui fu coinvolto, prostitute comprese: Jimmy Reptile e tutti i suoi amici dicono che, alla fine, saranno con te. A furia di bruciare cd, di bruciare libri sembrano dei santi soldati nazisti. Sorrisi di coccodrillo, aspetta un`attimo finchè la regina TV si toglie il trucco; io ho vissuto nella sporcizia, ho vissuto nel peccato ma continuo ad avere un odore più pulito della merda in cui voi siete immersi. Le parole sono pesanti, alleggerite da una musica leggera e semplice, ma il consiglio é perentorio: Dai retta a me, non spedire soldi. Nel video, casinaro e istrionico rispetto agli epici clip degli anni addietro, compaiono persino il padre di Steve (é il signore che guida il trattore) e, nel finale, una piccola Lauren Harris intenta a suonare il basso retto dal paparino. La titletrack No Prayer For The Dying é il pezzo migliore del lotto, ed anche il più maideniano della serie: si apre su melodie malinconiche e pulite, gode di alcuni sprazzi della cara vecchia epica ottantiana -quasi del tutto assente in questo disco- e sfocia in un finale più dinamico e rampante, come da tradizione. Nel testo, ci si pone domande sul senso della vita, con tanto di invocazione a Dio al fine di ottenere delle risposte: Dio, dammi le risposte alla mia vita, dammi le risposte ai miei sogni, alle mie preghiere, al mio essere. Con un gioco di parole, Public Enema Number One parla dei falsi ambientalisti ipocriti e dei politici che mentono per salvare la propria immagine, lasciandosi alle spalle la sofferenza della gente comune; la parola Enema, utilizzata al posto di Enemy (nemico) é infatti un ironico richiamo al clistere. Fates Warning é l'ennesimo quesito introspettivo: esiste un destino predestinato per l'uomO? E che senso ha porsi queste domande, sapendo che non troveranno mai risposte? Sono più fortunati coloro che vengono risparmiati per un altro giorno, oppure quelli che sono portati via? La band inglese si chiede anche quale siano i ruoli di Dio e del Diavolo relativamente alla morte e alle catastrofi: Un vulcano erutta e spazza via un paese, un uragano devasta le città che sono sulla sua strada; il dolore e la miseria per coloro che sono lasciati alle spalle. Il disco non brilla certo per originalità, sia dal punto di vista lirico che musicale: l'act inglese si cala nella testa di un sicario sadico e freddo, che non uccide per soldi ma per puro gusto personale, attraverso i versi di The Assassin, mentre recupera parte dei suoi riferimenti colti in Run Silent Run Deep, la quale si rifà al romanzo omonimo di Edward Beach Jr (1955), dal quale fu tratto anche un film nel 1958: il tema portante è la sofferenza e l'abnegazione dei soldati impegnati nei sottomarini della II Guerra Mondiale, un tema ricorrente nelle liriche della band; Hook In You é invece un testo ironico, congegnato da Bruce quando si recò a vedere con la moglie Paddy una casa in vendita, abitata da tre omosessuali: il cantante notò la presena di diverse travi con uncini, capendo che uno dei tre tizi praticava il sadomaso e, non potendo scrivere un pezzo sui tre gay, decise di immaginare la vicenda di una copia eterosessuale, con la moglie che -pensando di essere stata tradita- seppellì il marito nel cemento delle fondamenta della casa. Il doppio senso si coglie nella frase Tutti quegli uncini nel soffitto, quella sensazione di essere ben appesi, in quanto l'espressione Well huns indica anche, in slang inglese, dei genitali maschili di grosse dimensioni! In passato, il pezzo era stato ipotizzato come sequel della saga della prostituta Charlotte, a causa di riferimenti ad una donna e al numero 22, il numero civico dell'appartamento. Bring Your Daughter To the Slaughter, per quanto ancora sintonizzata su frequenze rock e pur essendo un brano molto controverso, è uno dei tre pezzi maggiormente degni di nota (assieme a Tailgunner ed alla titltrack) e pare essere fortemente ispirata, nell'interpretazione di Dickinson, al celebre film horror Nightmare. La solenne e conclusiva Mother Russia parla di un Paese, quello sovietico appunto, invaso e massacrato innumerevoli volte nel corso della storia, ed é uno speranzoso auspicio che lì si realizzino pace e libertà: Madre Russia come stai dormendo, i venti freddi di metà inverno soffiano, dagli alberi scivolano i fiocchi di neve, oscillando come fantasmi sulla neve; Madre Russia, maestosa poesia, raccontaci del tempo in cui c’era un grande impero: girandosi indietro il vecchio medita, ricordando un'epoca ormai passata. Madre Russia, la danza dello zar, tieni la testa in alto, sii orgogliosa di quello che sei; ora è finalmente arrivata libertà, cambiando il corso della storia e il tuo passato. Madre Russia, la danza dello zar, tieni in alto la testa, ricordati chi sei! Puoi liberare la rabbia, il dolore? Puoi essere felice? Ora la tua gente è libera. Musicalmente, si avvicina ai vecchi pezzi epici della band, pur essendo meno intricata e fluida, e conclude un disco spesso dimenticato nella ricca discografia della truppa britannica.

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