SEVENTH SON OF A SEVENTH SON: I TESTI

Nel 1988 la band di Steve Harris sforna un concept album dai contorni raffinati e progressivi, fortemente melodico e composto da pezzi sofisticati e particolari, bagnati da ispirazioni tratte dal prog rock. Il tema portante si muove tra il mistico confine tra bene e male, e ricalca la storia del settimo figlio di un settimogenito, il quale acquisisce poteri sovrannaturali e viene pertanto "conteso" tra il bene e il male; le fonti di ispirazione sono molteplici e mai esplicitamente dichiarate, anche se in molti associano questo disco all'opera Il Settimo Figlio (1987) dello scrittore statunitense contemporaneo Orson Scott Card. La nascita del protagonista viene annunciata in Moonchild, opener dai ripetuti cambi di tempo: Lucifero lo minaccia indirettamente, rivolgendosi alla madre, per controllarne i poteri. Dickinson, che interpreta il brano con tono aspro ed evocativo, utilizza nel testo anche elementi del rituale Liber Samekh di Aleister Crowley, e canta: Io sono colui che non ha nascita, l'angelo caduto che ti sorveglia; Babilonia, prostituta scarlatta, mi infiltrerò nella tua gratitudine. Non osare salvare tuo figlio, uccidilo subito e salva i più piccoli. Sarai madre di un bimbo nato strangolato, apparterrai al diavolo, Lucifero è il mio nome! Figlia della luna, ascolta l'urlo della mandragora, Figlia della luna apri il settimo sigillo, Figlia della luna presto sarai mia, Figlia della luna prendi la mia mano stanotte. La toccante Infinite Dreams é, al contempo, un pezzo che tratta di sogni inquietanti, domande sull'esistenza (tema ricorrente nei versi scritti da Harris) e del potagonista del concept che, venuto alla luce ed a conoscenza dei suoi poteri, ne resta affascinato e desidera avere delle risposte certe; parlano in prima persona sia il settimo figlio che Harris stesso: Sonno irrequieto, mente agitata, un incubo finisce ed un altro si feconda, mi assale, sono così impaurito di addormentarmi, ma ho paura di svegliarmi ora, perchè ci sono dentro; aAnche se ha raggiunto una nuova intensità, mi piace che la notte sia così agitata: mi viene da chiedere e mi fa pensare se ci sia altro, sono su un baratro. Non ho paura di cosa ci può essere, ma non so se saprei reagire; sono curioso, quasi lo desidero, ma mi piacerebbe davvero esserci dentro? Non può essere tutto una coincidenza, troppe cose sono evidenti. Mi dici che non credi; Spiritualista? Beh, non sono nè l'uno nè l'altro, ma mi piacerebbe sapere la verità, sapere cosa esiste per avere la prova e scoprire da che parte stai. Dove vorresti finire, in Paradiso o all'Inferno? La canzone cresce e si apre in un finale molto epico, collegandosi poi a Can I Play with Madness, un brano musicalmente discostante dal resto del disco, essendo quasi allegro e gioviale; nel testo, di difficile interpretazione, il settimo figlio si rivolge ad un profeta per avere risposte sul suo futuro, ma il profeta si rifiuta di rispondere, dicendo di non sapere nulla; esortato pesantemente dal giovane, gli rivela che la sua anima brucerà in un lago di fuoco. Posso giocare con la pazzia? Il profeta fissò la sua sfera di cristallo. Posso giocare con la pazzia? Non c'era nessuna visione li dentro. Posso giocare con la pazzia? Il profeta guardava e rideva di me. Posso giocare con la pazzia? Ha detto "Sei cieco, troppo cieco per vedere". Ho urlato al vecchio ad alta voce. Gli ho detto: "Non mentire, non dire che non sai"! Ho detto: "Tu pagherai per questo male, In questo o nel prossimo mondo". Lui mi ha bloccato con uno sguardo ghiacciato, e le fiamme dell'inferno sono divampate nei suoi occhi. Ha detto: "Vuoi conoscere la verità, figliolo"? "La tua anima brucerà nel lago di fuoco". Il disco entra nel vivo con The Evil That Man Do, pezzo stupendo dai toni cupi e vibranti, che si rifà nel titolo ad una frase di Antonio nel Giulio Cesare di Shakespeare: su una robusta sezione di basso, Dickinson canta con toni enfatici la tentazione del protagonista, sedotto da una vergine -forse figlia di Satana- fino ad avere un rapporto con lei: L'amore è un rasoio e io ho percorso la linea, su questa lama d'argento; ho dormito nella polvere con sua figlia, i suoi occhi rossi con la carneficina dell'innocenza, ma pregherò per lei, chiamerò il suo nome ad alta voce, vorrei sanguinare per lei, se solo potessi vederla ora. Tuttavia, il protagonista acquisisce qui la consapevolezza del suo ruolo, e va incontro alla rinascita spirituale della titletrack, Seventh Son Of A Seventh Son, nella quale deve decidere se schierarsi dalla parte del bene o da quella del male: Ecco qui riuniti tutti i fratelli, tutti i figli, se separati, cadrebbero; qui si attende la nascita del figlio, il settimo, il divino, il prescelto. Ecco la nascita da una stirpe ininterrotta, nasce il guaritore, il settimo, è il suo momento; inconsapevolmente benedetto e mentre la sua vita avanza, lentamente si scopre il potere che possiede. Dunque essi osservano i progressi che compie, il Bene ed il Male, quale sentiero prenderà? Entrambi cercano di manipolare l’uso dei suoi poteri prima che sia troppo tardi. Oggi è nato il settimo, è figlio di donna, è il settimo figlio, ed egli è sua volta figlio di un settimo figlio; ha il potere di guarire, ha il dono della seconda vista, egli è il prescelto. Così sia scritto, così sia fatto. I toni del pezzo sono solenti e marziali, resi inquietanti da una parte centrale soffusa ed evocativa, prima della cavalcata finale, che conduce a The Prophecy: il protsgonista decide di utilizzare i propri poteri a fin di bene, così il male pianifica una catastrofe da scagliare contro il suo villaggio, sapendo che il settimo figlio saprà prevederla; esso avvisa la sua gente, ma gli uomini dubitano per loro natura del proprio prossimo e, addirittura, accusanoil protagonista di aver scagliato una maledizione sul villaggio, attraverso le sue false profezie. Il piano del Male pevedeva una reazione di dietrofront nel giovane, che di fronte all'avverarsi della catastrofe -che puntualmente si concretizza- avrebbe dovuto rivalutare la sua decisione. Dickinson canta con trasporto le ragioni del giovane: Ora che vedono che il disastro é compiuto, ora gettano tutte le colpe su di me, e pensano che io abbia portato una maledizione. Loro non sanno che il tormento rimane con me, sapendo che cammino da solo; io vedo attraverso gli occhi del futuro, loro non sanno nemmeno cosa sia la paura, non sanno che sono io quello che è maledetto. Gli incredibili poteri del protagonista si fortificano e aumentano nella celebre The Clairvoyant, forse il passaggio più noto del disco; aperto da un bel riff di basso e sorretto da melodie varie e l'epica malinconica che permea tra i solchi del full-length, il brano narra della paura che monta, nel cuore del giovane, il quale teme di non riuscire più a controllare se stesso ed i suoi poteri; egli si prepara tuttavia ad incontrare il Creatore, ma non riesce a prevedere la sua fine: Mi chiedo perché, mi chiedo come sia possibile che i poteri si rafforzino ogni giorno sempre più; sento una forza, un fuoco interiore, ma temo che non sarò più in grado di controllarlo; c’è un tempo per vivere e un tempo per morire, quando è il momento di conoscere il creatore; c’è un tempo per vivere, ma non è strano che non appena nasci, inizi a morire? Semplicemente guardandoti negli occhi potrebbe vedere il futuro penetrando dritto nella tua mente, vedere la verità e le tue menzogne; ma nonostante tutto il suo potere, non può prevedere la sua morte! La storia si conclude con Only The Good Die Young, altro pezzo da novanta del disco, contraddistinto anch'esso da un'epica struggente: una sorta di riflessione finale sull'ipocrisia umana concepita dal protagonista, che muore giovane, predicando a tutti un tragico destino: Alcuni innocenti pedine sono impegnate in un gioco senza fine. Che la la morte sia un'altra nascita? Un modo per dire addio ai tuoi sogni. Che i non morti vivano con noi? Che essi guardino attraverso i nostri occhi? Camminare sull'acqua é un miracolo a cui tutti voi potete credere. Misura la tua bara, sarà grande quanto la tua avidità? Credo che ti lascerò con i tuoi alfieri e i tuoi sensi di colpa, così fino alla prossima volta. Ti auguro un buon peccato, solo i buoni muoiono giovani, tutti i demoni sembrano vivere per sempre. Quasi una morale rassegnata, che dunque si esterna dal contesto del racconto e lo pone come allegoria della vita, nella quale le anime più nobili sono le prime a perire: un altro disco sopraffino, dunque, sia dal punto di vista musicale che da quello lirico, ma anche nell'ottica dei valori che esso riflette.

Nessun commento: