THE FOUR HORSEMEN

METAL STORY: IRROMPE IL THRASH METAL. L'heavy metal non era nato per essere "piacevole", orecchiabile. Forgiato dai padrini Black Sabbath e Judas Priest, aveva passato indenne la battaglia con la moda punk ed era risorto più forte di prima grazie all'avvento degli Iron Maiden. Col sorgere degi anni '80 era nel pieno del proprio splendore e si avviava a vivere il suo decennio più incredibile. Ma una nuova minaccia stava per fargli passare qualche anno di tribolazioni. Il successo del genere portò vari gruppi a trasformare il metal in fenomeno da classifica, e la nascita di MTV rafforzò terribilmente la moda del videoclip e delle cosìddette power ballad, le canzoni d'amore confezionate a tavolino per far vendere il disco. Ogni particolare diventava mossa commerciale, e così iniziarono a spopolare i gruppi glam metal. Capelli cotonati, paillettes e lustrini, trucchi e abiti da donna, zeppe. Poison, Motley Crue, Twisted Sisters avevano ormai il centro della scena. Il metal aveva assunto una forma colorata e sfarzosa, tutto divertimento ed eccessi. Si era americanizzato, portato nelle feste e nelle macchinone di lusso dalla nascenti band di Los Angeles. E ciò non andava bene.

METALLICA. Il metal era nato per essere potenza e rabbia, doveva essere un riflesso della vita reale e invece era diventato un fenomeno da fighette e sboroni. Occorreva ripristinare l'ordine. Ci pensarono dei ragazzi californiani, che mal sopportavano il fenomeno glam e amavano suonare un havy metal potente, sporco, grezzo. Si vestivano come capitava, avevano già tribolato nella vita pur non provenendo da infanzie difficili e avevano una voglia terribile di seppellire i glamster sotto i loro riff veloci e le loro liriche così forti, così nere. Così reali. James Hetfield aveva conosciuto Lars Ulrich grazie ad un annuncio su un giornale. Ulrich era un ragazzino danese da poco emigrato in California e promettente tennista come il papà, ma preferì la batteria alla racchetta.Hetfield era figlio di un camionista ed una cantante lirica molto religiosi, e aveva studiato canto e pianoforte. In comune James e Lars avevano la passione per gruppi come Sabbath, Mercyful Fate, Thin Lizzy e Motorhead. La band fu presto completata da Ron Mc Govney, bassita amico di James, e da Dave Mustaine, focoso chitarrista. Come moniker fu scelto l'accattivante Metallica, preferito all'ultimo momento al troppo banale Metal Militia. Le intemperanze di Mustaine, e i suoi abusi con alcool e droghe portarono presto all'addio di Mc Govney e Hetfield fu costretto a cacciare Mustaine, davvero troppo bizzoso. Il nuovo bassista, Cliff Burton, proveniva dai Trauma; il chitarrista, Kirk Hammett, dagli Exodus. E' il 1981.
BAY AREA THRASH. I Metallica, ispirati dai Motorhead, introdussero un nuovo modo di suonare. Più veloce e cattivo, forsennato nell'aggressività della voce e nel ritmo imperversante della batteria. Riff spezzati, incedere rapidissimo, quasi incontrollabile, molto simile ad una mitragliata, una sassaiola. L'impatto sul pubblico è devastante, perchè porta tra i veri metallers un'ondata di innovazione, potenza e cattiveria inaudita. I Metallica pubblicano una primordiale versione di Hit The Lights, la loro prima song, sulla compilation Metal Massacre. Chi acquista la compilation si trova tra le mani una decina di pezzi heavy metal. Più la tellurica Hit The Lights, ed è l'inizio di un'era. Nasce il thrash metal, e l'aggressività supersonica dei ragazzini della Bay Area di San Francisco non passa inosservata. Hit The Lights finisce sull'album di debutto, Kill'Em All (1983) . Fu un album epocale, che segnò una svolta abissale nella musica dura, diventando la porta verso tutto ciò che oggi riteniamo estremo. Pezzi come Metal Militia e Whiplash esprimono una cattiveria unica, mentre la mastodontica Seek & Destroy diventa l'inno identificativo dell'heavy metal. Col successivo Ride The Lightning i Metallica perfezionano la loro creatura, affiancando ai pezzi più rocciosi e tipici thrash (Fight fire With Fire, Creeping Death) altri più epici (For Whom The Bell Tolls) e melodici (Fade To Black). Le tematiche affrontavano temi scottanti come le difficoltà del vivere e le tante tipologie di morti, metaforiche e non, contro le quali ogni giorno ci si scontra. Grazie ai Metallica il thrash divenne genere di spicco, crescendo sempre di più fino a identificarsi con il decennio degli anni '80. L'heavy metal non era mai stato così forte. E mentre iniziavano a proliferare band thrash come funghi, i Metallica superarono anche se stessi autoincoronandosi sovrani del metallo. Il 1986 fu un anno pieno di avvenimenti, dal tragico incidente del pullman della band che si portò via Cliff Burton all'uscita del mitico Master Of Puppets. Cattedratico, vario, robusto, completo, duro con i giusti spruzzi melodici: l'album si delinea leggendario. La title track è una cavalcata di rabbia, ardore, malinconia che concentra vortici di emozioni. Come tutto l'lbum parla del controllo psicofisico che la società esercita sulle masse. Canzoni come Battery, Sanitarium e la violentissima Damage Inc diventano subito dei classici. E' l'apice della carriera per i Metallica, che col successivo ...And Justice For All (1988) toccano anche un picco di tecnicismo che li completa ulteriormente. Le liriche erano un ennesimo attacco alla società, al sistema, alla corruzione e alla falsità dell'uomo, oltre che alle imposizioni religiose e alle false promesse delle religioni: dalla title track a One (manifesto anti bellico), i quattro cavalieri continuavano a fare grande musica con testi diretti, onesti, veri.
Nel 1991 i Metallica girarono pagina. Black Album presentava canzoni più fresche e semplici, meno cruente, che permisero alla band di arrivare negli stereo di milioni di nuovi fans. Fu il culmine del loro successo commerciale. Purtoppo in seguito ai giganteschi tour mondiali, intorno al 1994 la band dovette affrontare un periodo di crisi. I troppi eccessi portarono problemi personali e artistici, con la pubblicazione di due album lontani dai canoni del metal (Load e Reload), alquanto commerciali. I Metallica si rialzarono piano piano, ma dopo un cd di cover e un live con orchestra sinfonica rischiano lo scioglimento. Uscito dai suoi problemi di alcool, James Hetfield torna e rimette in moto la macchina. Nel 2003 esce St Anger, un ritorno al metal anche se non di grande qualità. Partorito nelle difficoltà e nelle tensioni, St Anger è il primo passo verso la risalita. Che sono 5 anni di lavoro, nei quali ritrovare la serenità, il divertimento di suonare. Dimostrando di essere ancora i numeri uno quando c'è da mitragliare riffs su un palco. Death Magnetic, il disco più atteso del 2008, ha finalmente sancito il ritorno dei Maestri del thrash al sound originale. Riannodando i fili della storia!
APOCALISSE A BOLOGNA!!

BOLOGNA, 22 LUGLIO 2008. I Metallica sono tornati, ma forse non se ne sono mai andati. Bologna li accoglie in un'Arena parco Nord gremita, e si gode tutta la mitragliata di riff leggendari che hanno fatto grandissima la band di James Hetfield. I quattro cavalieri hanno dato spettacolo in ogni senso, dai fuochi artificiali alla potenza sonora esibita con la solita tecnica e carica adrenalinica. Kil'Em All è stato l'album preferito, con estratti del calibro di Motorbreath, No Remorse, The Four Horsemen oltre che la stratosferica Seek & Destroy. La folla ha tributato il degno tributo ai maestri, scatenandosi in cori, canti, pogo devastante ed emozioni indimenticabili, segno evidente di quanto attesa era questa unica data italiana. Oltre che ennesima dimostrazione di quanto amati siano i Metallica, ancora oggi, nell'universo heavy metal.

PRELUDIO. Già attorno alle 18 l'arena, sotto il sole battente, era piena di gente. Gli stand dele birre e le t-shirt a tema la facevano da padrone, mentre si avvicinava l'ora dell'inizio del mega festival. I The Sword hanno aperto le sinfonie, dimostrando un buon sound e qualche pezzo coinvolgente. I Down erano tutti nella grande presenza scenica del mitico Phil Anselmo, ma si sa, tutti attendevano solo loro. i Metallica.

DEVASTANTI. The Ecstasy Of Gold apre come da sempre l'entrata sul palco dei Metallica, che spaccano subito con una corrosiva Creeping Death. Seguono pezzi solenni e mitologici come For Whom The Bell Tolls, Ride The Lightning e Harvester Of Sorrow. James è in forma straripante, e si prende quasi tutta la scena: con le sue risate, i suoi "yeaah" che scaldano il pubblico, con ogni minimo gesto che scatena la folla: un fuck you, le corna, o anhe solo il mostrare il plettro col logo della band! Dopo la sorpresa Bleeding Me, sulla folla si scaglia una sassaiola di thrash potentissimo nel suo pieno splendore: The Four Horsemen, And Justice For All e No Remorse, pezzo molto sottovalutato (non certo dai fans!). Una magnifica Fade To Black porta un pò di melodia e smorza i focolari di pogo che però riprendono presto, col pezzo più distruttivo di tutti: Master Of Puppets, la regina. I ragazzi in platea si scatenano e cantano a piena voce, e il risultato è grandioso. La totale distruzione prosegue con Whiplash, altro cazzottone monolitico dritto nei denti. Fuochi d'artificio ed effetti speciali caricano la splendida One e l'hit Enter Sandman, mentre basta la melodia di Nothing Else matters o il ritornello di Sad But True, scandito da James, a regalare ai fans le altre sfaccettature della band. Kirk Hammett non ha sbagliato un colpo con la sua chitarra, Lars Ulrich ha dato spettacolo esibendosi addirittura in doppia cassa. E il folcloristico Robert Trujillo ha fatto divertire tutti con le sue acrobazie irreali. Ma i Metallica avevano ancora delle potenti cartucce in canna: dopo la cover So What?, Motorbreath e l'immensa Seek & Destroy hanno incendiato definitivamente la folla, che è letteralmente impazzita in un pogo totale, infinito, spontaneo. Un trionfo, salutato con vessilli tricolori inneggianti a Cliff Burton. L'Italia si è goduta i Metallica in gamba come la leggenda li vuole, e adesso Death Magnetic promette ancora meglio. I Metallica non finiranno mai!

MEGA RECENSIONE DEL CONCERTO. Immensa prestazione dei Metallica a Bologna: Kill'Em All e tutti i super classici scatenano il pubblico italiano, in una serata davvero impossibile da dimenticare. I thrashers sono tornati! IL CONCERTO VISTO DAL POGO. BOLOGNA, 22 LUGLIO 2008- E' arrivato il giorno tanto atteso, la calata italica dei Metallica. Qualcosa in più della mia band preferita, e per la prima volta posso vederli dal vivo. Quei fottuti biglietti li guardavo da febbraio, contavo i giorni ed ora finalmente è arrivato il fatidico 22 luglio. IL COMMENTO DI METAL ITALIA. Un mesetto dopo il Gods Of Metal l'Arena Parco Nord di Bologna è pronta ad ospitare, dopo le calate italiche delle leggende Kiss e Iron Maiden, anche Le Icone, ovvero i Metallica.

INTERVISTA A JAMES HETFIELD (METALLICA)
METALLICA, A TUTTA FORZA!


METALLICA, UNA STORIA AVVINCENTE. Hanno fatto leggenda con una mitragliata di dischi immortali, da Kill'Em All al Black Album, hanno lottato contro le tragedie di una vita bastarda (Cliff Burton), hanno mandato in estasi i metallari più tradizionali e anche quelli più... melodici; poi hanno anche rischiato di dover appendere gli strumenti al chiodo e hanno pure registrato qualche album meno bello, ci sta nella vita. Mister James Alan Hetfield è un ragazzo col sorriso sempre pronto, un campione dalle spalle larghe che ha saputo tenere uniti i cocci, uscire dai problemi con l'alcool e far ripartire il colosso di metallo. La ripartenza, leggasi St Anger, era stata scricchiolante. Ora, a 5 anni da allora, i Metallica sono definitivamente tornati a volare e l'imminente nuovo album porta brividi stuzzicanti. Jimbo James è un grande, e sentirlo raccontare ll'universo dei quattro cavalieri è sempre una cosa impagabile.
OLTRE L'OSTACOLO. Ha una famiglia splendida, James, ed una gloria musicale che con la band lo consacra in eterno tra gli immortali dell'heavy metal. E' un uomo felice, con la stessa grinta e forza con la quale a diciott'anni cantava Metal Militia; gli anni difficili di fine millennio. sono definitivamente archiviati. "I momenti negativi sono ormai un ricordo lontano, da tenere comunque come monito per il futuro. Il periodo trascorso per curare la mia dipendenza dall'alcool è stato in assoluto il più difficile della mia vita: senza la musica non so se ce l'avrei fatta, però adesso sono qui e so per certo che non ho più bisogno di mentire a me stesso e fuggire invece di affrontare i problemi".
RIPARTIRE DA ST. ANGER. Con Kill'Em All i Metallica inventarono il poderoso thrash metal, con Ride The Lightning lo perfezionarono e impreziosirono. Master Of Puppets fu il capolavoro che li consegnò dritti alla storia, un'opera fantastica di potenza, velocità, ritmi battenti, galoppate epocali, cadenze macabre e melodie agghiaccianti. And Justice For All segnò un passo avanti nella tecnica, il Black Album li portò nelle case di tutti perchè i Metallica sono un patrimonio che tutti devono conoscere. La parentesi di Load e Reload, più soft e rock, è circoscritta a due tre anni di evasione. Il più grande interrogativo resta St Anger, un disco che voleva segnare un ritorno alle vecchie potenze ma non fu un successo. "Anche a distanza di parecchio tempo non saprei dire cosa non abbia funzionato nel disco precedente: probabilmente, il fatto che la band arrivasse da un periodo molto stressante, caratterizzato da litigi, pressioni e sbalzi di umore continui ha influito sul risultato finale più di quanto potessimo immaginare. In un certo senso, St Anger ha rappresentato il nostro purgatorio, un atto dovuto a noi stessi, per diventare un gruppo migliore col disco successivo. In cuor nostro sapevamo di rischiare molto, ma non avevamo alternative. Questa volta, invece, abbiamo fatto tutto senza fretta, per essere sicuri di centrare l'obbiettivo. Durante le pause dell'ultimo tour abbiamo registrato un sacco di materiale, ore di jam session sezionate in maniera certosina in mdo da tirar fuori le idee più interessanti e d elaborarle insieme in studio. E' stato faticoso, ma anche divertente. Ci siamo ritrovati con una montagna di riff che identificavamo col nome della città nella quale erano stati registrati!"
UN RITORNO AL PASSATO. Adesso i maestri del thrash stanno per tornare. I ragazzi parlano di un ritorno alle sonorità di "And Justice...", qualcuno parla di un disco con 10 killer song veloci e aggressivi, con inserzioni di qualche traccia alla "Unforgiven". La stampa specializzata ha avuto modo di ascoltare 6 pezzi live, e i commenti sono stati incoraggianti. Le parole di James aprono barlumi di speranza addirittura più rosei di quelli che ci si possa immaginare. "Per noi si tratta di un ritorno al passato, alle sonorità che più amiamo, ovviamente arrangiate in un contesto attuale: potremmo definirlo come un Master Of Puppets moderno, o almeno quella è l'idea, ma per favore non aspettatevi una copia esatta di quel disco!"
DAL VIVO, SEMPRE I MIGLIORI. Flop o non flop, anche negli ultimi 10 anni la band ha sempre riscosso onorevoli recensioni in relazione ai propri concerti. Dal vivo. i Metallica sono formidabili ed energici come sempre, ed è questa la cosa più bella per gli appassionati fan del gruppo. Che il prossimo 22 luglio potrà ammirare i 4 cavalieri a Bologna, una data attesa con frenetica ansia! "Per noi suonare dal vivo è una valvola di sfogo, ci aiuta a mantenere una certa freschezza dal punto di vista compositivo ed è anche un buon allenamento per il fisico! Il palco ci regala gli stimoli per entrare in studio con la mentalità giusta e, allo stesso modo, quando siamo in studio non vediamo l'ora di tornare on the road per ritrovare il contatto col nostro pubblico. Quando ci esibiamo nei festival estivi, specialmente in Europa, ci piace inserire canzoni che solitamente non suoniamo nei tour, come Ride The Lightning, The Four Horsemen, Whiplash o And Justice For All. Con 8 album alle spalle non è facile scegliere cosa inserire e, soprattutto, cosa togliere dalla scaletta. Comunque, non mi sembra di ricordare gente che se ne sia tornata a casa delusa dopo un nostro concerto!".
INSOLITO OTTIMISMO. James parla sereno e ottimista, della vita in generale. Si incazza se si cerca di accostare la band coi democratici o i repubblicani, perchè "Noi pensiamo solo a noi stessi, giorno dopo giorno". Nei testi ottantiani i Metallica lasciavano intendere un certo pessimismo nel sistema e nell'indole umana. Il tempo ha forse mitigato gli adori giovanili, e sembra quasi non essere Jimbo a pronunciare queste parole: "Nonostante tutto quello che si vede in giro, io continuo ad avere grande fiducia nel genere umano e nelle capacità delle persone di adattarsi e sopravvivere in qualunque condizione: le persone che fanno cose buone, alla lunga, avranno la meglio su quelle che compiono azioni spregevoli, indipendentemente dai politici che siedono nelle stanze del potere". In fondo in fondo si avverte però lo stesso orgoglio di sempre, il solito grandissimo fuck you ai fili del burattinaio che ci opprime. Anche in quest'ultima frase, e in un ardente "Non ce ne frega un cazzo di Al Gore!", ritroviamo il caro vecchio James di "Master Of Puppets" ed "Escape": la vita è nostra, da vivere a modo nostro. E allora viviamola, con lo stereo sempre follemente a palla, a urlare "Seek & Destroy", "Enter Sandman" e "Damage Inc" in attesa di Death Magnetic!!
L'ORA DELLA BESTIA
METAL STORY: LA RIVOLUZIONE MAIDEN. La rivoluzione era partita, dall'Inghilterra si stava espandendo a tutta Europa. Il sound dei Black Sabbath aveva spaccato le gerarchie e il modo comune di intendere la musica. I Judas Priest s'erano fatti leader della rivoluzione, con riff poderosi e l'uniforme cuoiochiodata a innalzare in alto la bandiera del metallo. L'heavy metal era ormai un fenomeno di culto, e i Priest ne erano l'icona. Un mito che svettava sulle piccole band underground che iniziavano a moltiplicarsi, un esempio da imitare e un simbolo che rappresentava davvero tutto il movimento, incarnandone lo spirito e il sound in maniera praticamente viscerale. Sorgevano i primi pub e locali dove suonare heavy metal, iniziava a diffondersi la moda delle borchie e delle t-shirt coi loghi delle band, dei capelli lunghi e dell'esaltazione dello spirito di aggregazione e appartenenza. I ragazzi metallari avevano trovato ormai il loro paradiso, e l'heavy metal aveva ormai mollato il primo knock out alla società. Tuttavia, da sempre, l'heavy metal ha dovuto lottare contro avversità di ogni genere che hanno cercato di ostacolarlo. La prima arriva nel 1977 e si chiama punk, un nuovo genere musicale che esprimeva ribellione in modo ancor più disordinato e destabilizzato del metal. Un genere privo di tecnicismi, grezzo, capace di esprimere cattiveria ma annullando tutta la struttura funambolica che dà spessore e dimensione all'heavy metal. La moda punk contagiò tutti, e sentirsi un punk pareva obbligatorio per i giovani ribelli dell'epoca. La stampa, soprattutto quella inglese, esaltava il punk commercializzandolo in hit e classifiche, e in breve i sostenitori del metallo si ritrovarono in pochi, e accerchiati. Combattevano stretti e decisi, ma la rapida ascesa del punk portò consegunze disastrose per i metallari. In nessun pub, praticamente, si poteva più suonare heavy metal. Solo punk. Così le band emergenti non potevano più mettersi alla prova, il genere non si diffondeva e i suoi fan faticavano a tener viva la loro passione, vista la limitatezza dell'offerta di materiale ed eventi. La crisi dei Sabbath lasciò i soli Judas Priest nel mezzo della mischia, e Halford e soci si difesero alla grande continuando a sfornare dischi superlativi. Ma non bastava, per risollevare le sorti del metallo.
IRON MAIDEN. La controffensiva partì dal Ruskin Arms, pub londinese che ancora permetteva di suonare sano heavy metal. L'unico. Qui iniziarono a suonare dei ragazzini innamorati dei Priest, capitanati dal loro bassista Steve Harris. Il loro metal era veloce, scoppiettante e denso di riffs mozzafiato. Però era impreziosito da una cattiveria e un'attitudine tipicamente punk, in un incrocio di sounds da urlo. Si chimavano Iron Maiden. Dal Ruskin Arms partì la loro missione, e ben presto riportarono l'heavy metal a furoreggiare nei pub, negli stadi, soppiantando senza pietà il punk che andò sgretolandosi nel giro di un biennio. L'heavy metal non morirà mai. Gli Iron Maiden diventano in breve la terza icona dell'heavy metal, e dal Ruskin pub al successo mondiale l'escalation sarà irrefrenabile. Bastò un demo passato al Soundhouse Tap (l'unica 'discoteca' metal cittadina) a destare clamore: il debutto su vinile, l'omonimo Iron Maiden, fu un capolavoro. Pazzesco e distruttivo incontro tra melodie strumentali rocciose e riff da delirio, il tutto bagnato da un'attitudine punk ben incarnata dal singer Paul diAnno. Con questo lavoro i Maiden diedero nuovo vigore all'heavy metal, incastrandolo in una dimensione più moderna e scoppiettante. Il successivo Killers proseguì sulla scia del primo, mentre ormai l'heavy metal era tornato a padroneggiare nella scena della musica dura. Iniziavano a diffondersi compilation storiche come Metal Massacre, e a nascere band che diventeranno fondamentali, come Venom, Manowar, e altre ancora. Dopo aver rilanciato in grande stile l'heavy metal, i Maiden dovevano ora confermarsi al vertice, rinnovandosi e migliorando in ogni direzione. I problemi con alcool e droghe del folle DiAnno però rischiavano di compromettere questa crescita, e dopo l'ennesima sbronza Harris non esitò ad allontanarlo. Per sostituirlo fu chiamato Bruce Dickinson, voce dei Samson. Più teatrale e spettacolare, Dickinson è anche dotato di una voce più epica e poliedrica rispetto al predecessore, e grazie ad essa conferisce ai Maiden maggiore spessore. Abbandonato lo stile più cattivo e contaminato dal punk, la band si evolve verso lidi più heavy, sinfonie che mantengono il loro valore roccioso approfondendosi però in spessore, tecnica e liriche. Infatti Bruce Bruce è laureato in storia e nei testi questo risalta decisamente, con continui riferimenti ad avvenimenti del passato. The Number Of The Beast è il primo della serie di album di questo livello, e fa subito leggenda, al di la delle stupide polemiche dei soliti benpensanti. Il successivo Piece Of Mind punta in modo più deciso verso la melodia, mentre Powerslave (1984) è un altro pezzo da novanta d'heavy metal: un ritorno a sound più duri e un concept sull'antico Egitto. La leggenda degli Iron Maiden era ormai cosa fatta, merito di concerti oceanici e spettacolari, ricchi di effetti speciali e coronato dalla maestria dei musicisti di Steve Harris. Gli ultimi album degli anni '80 furono caratterizzati da esperimenti progressive più complessi (Somewhere in Time) o tagli più duri ed aspri (Seventh Son Of A Seventh Son). L'avvento degli anni '90 non fu felice per la band: prima un album sottolivello (No Prayer For The Dying), quindi uno più convincente ma anche più commerciale (Fear Of The Dark), infine l'addio di Dickinson (per progetti paralleli e vogli di nuove sfide) che inaugurò l'era di Blaze Bayley, mai davvero accettato dai fan e singer di due album buoni ma non all'altezza dei capolavori maideniani (The X Factor e Virtual IX). Così a fine millennio il ritorno di Bruce riporta la band ai suoi livelli stellari, tornando a riempire gli stadi di spettacolo ed entusiasmo. Brave New World (2000), Dance Of Death (2003) e A Matter Of Life And Death (2005) pomposi, epici e più 'classici' che duri, si piazano presto tra i maggiori successi della band. Che dal vivo rimane sempre fenomenale ed entusiasmente come sempre, come dimostra la super prestazione al Gods Of Metal 2008.
BORN IN THE U.K.
METAL STORY: SABBATH E PRIEST. Il rock si stava indurendo. Più robusto, più veloce, più massiccio. Led Zeppelin, Deep Purple, AC/DC: furono loro a iniziare la grande trasformazione. In particolare gli australiani, con il loro atteggiamento spettacolare e sfrontato, le canzoni trascinanti e la potenza crescente del sound diedero una svolta signifiacativa. Ma il grande passo, la mossa definitiva, la fanno i Black Sabbath di Ozzy Osbourne e Tony Iommi, che abbassa l'accordatura della chitarra. Un sound più cupo, oscuro e potente; testi misteriosi e pericolosi. Con l’ex rivale di scuola Ozzy Osbourne, emblema del MadMan pazzo e irrequieto, Iommi mette in piedi i Black Sabbath, e presto abbandona le influenze blues per dedicarsi ad un sound nuovo, oppressivo e sulfureo, che si trascina inquietante in riff potenti e tematiche d’impatto, dalla difficoltà di vivere alla curiosità morbosa per il surreale, il demoniaco, il postmortem. Album come ‘Black Sabbath’, ‘Paranoid’, ‘Master Of Reality’, ‘Volume IV’ e ‘Sabbath Bloody Sabbath’ sono dei colossi seminali per l’evoluzione del genere. E' nato l'heavy metal, e a incoronarlo nell'eternità arrivano degli altri ragazzi inglesi, anch'essi di Birmingham. I bikers Judas Priest, capitanati dal leader Rob Halford, inaspriscono ulteriormente il suono del metallo. Gli esordi hippy e progressive rock di ‘Rocka Rolla’ vengono presto seppelliti sotto i riff marziali e agli assoli fulminanti di dischi basilari quali ‘Sad Wings Of Destiny’, ‘Sin After Sinner’, ‘Stained Class’, ‘Killing Machine’ e soprattutto ‘British Steel’: acciaio inglese allo stato puro, incandescente e sempre più marcato, veloce, debordante. Un ammodernamento incredibile al sound dei Sabbath: in pieno fenomeno punk, quando di moda andavano i Sex Pistols e l’anarchia strafottente, i Priest si fanno alfieri della New Wave Of British Heavy Metal, una corrente musicale che riporta in auge l’heavy metal. Il metal stravince, esaltato dalla sua forte componente qualitativa e di longevità, sotterrando il punk nella categoria ‘fenomeni di passaggio’. E intanto i Priest continuano la loro serie di colpi da Maestro, album leggendari e stratosferici come ‘Screaming For Vegeance’ e ‘Defenders Of The Faith’, fedeli al loro credo metallico, rinvigorito anche nell’aspetto fisico voluto da Halford: il ‘MetalGod’, come viene ormai chiamato da tutti l’uomo dagli acuti terrificanti, ha segnato una rotta fatta di pelle, borchie, chiodi. E tutti gli headbangers hanno seguito la sua strada.

I BLACK SABBATH. Tutto nasce in una fonderia di Birmingham. Tony Iommi perde le dita della mano sul lavoro, e si monta delle protesi metalliche costruite in casa per poter continuare a suonare l'amata chitarra con l'ex rivale Ozzy Osbourne. Il suono delle dita di metallo sulle corde provoca un suono più tenebroso e cavernoso del normale, un sound nuovo ed esclusivo. Ma la vera intuizione di Iommi è l'accordatura della chitarra, che viene abbassata come mai nessuno aveva fatto prima, producendo un suono più oscuro e cupo. I due ragazzi suonano in una band che assume il nome di Black Sabbath traendolo da un film horror italiano, e prestissimo incupisce il proprio sound rendendolo più forte e potente. Il blues degli inizi è presto dimenticato, soppiantato da distorsioni e atmosfere sulfuree. Nel 1970 i ragazzi pubblicano ben due album che diventeranno fondamentali: l'omonimo Black Sabbath, pregno di elementi oscuri e orbitanti attorno a figure demoniache che scatenano le prime censure, e Paranoid, col quale dimostrano di poter cantare anche di altri temi. Ozzy Osbourne, il singer, è un personaggio unico: pazzo, imprevedibile, surreale. E' uno dei segreti della band, che nel 1971 pubblica il sinistro Master Of Reality, ribadendo la paternità nella nascita del doom metal, più lento e esasperato dell'heavy classico. Con i successivi Volume 4 e Sabbath Blody Sabbath, gli inglesi si confermano musicisti fenomenali e alfieri del metallo, anche se frequenti contaminazioni hardrock e progressive portano diverse varianti più colorate nel loro stile, fino all'uscita di Sabotage. Se da una parte i Black Sabbath, e Ozzy in particolare, erano diventati dei veri miti di un genere che li vedeva unici e incontrastati rappresenanti, dall'altro la droga e l'alcool iniziavano a minare la salute dei componenti. Dopo due album sottotono Ozzy lascia la band, rilevato da Ronnie James Dio, che con Heaven And Hell e il successivo Mob Rules, la rilancia nettamente. Dio, di origini italiane, è l'ex singer dei Rainbow: con il suo stile teatrale, nella voce e nelle movenze, il cantante si ritaglia un ruolo importantissimo nella storia dell'heavy metal, inventando oltretutto il gesto apotropaico delle corna: merito della nonna italiana, che lo esibiva per scacciare il malocchio!|E' il 1981, ma i Black Sabbath hanno ormai scritto la storia dell'heavy metal. Negli anni '80 si susseguiranno cantanti vari (anche Gillan dei Deep Purple, poi di nuovo Dio), album più o meno validi e anche cambi di moniker (oggi per rispetto al passato si chiamano Heaven and Hell); ma la leggenda dei pionieri del metallo era già bella e gloriosa allaa fine dei Seventie's.

JUDAS PRIEST. Nessuno può vantarsi di essere icona dell'heavy metal più dei Judas Priest. Innanzitutto perchè furono loro, alla fine degli anni '70, a evolvere il sound metallico dei Black Sabbath dallo stato embrionale alla sua definitiva evoluzione. L'heavy metal classico è quello dei Priest: quello che c'era prima era la cellula primordiale, quello che verrà dopo sarà un'evoluzione, un ammodernamento. Il vero metal sono i Judas Priest, i motociclisti di Birmingham. Anche perchè fu il leader Rob Halford a creare il look che tutti oggi noi oggi conosciamo come look da metallaro. Dimessi gli abiti da hippy, Rob volle creare un'uniforme per i suoi fedeli. Una divisa che doveva trasmettere forza, autorità, potenza. Catene, borchie, pelle nera, cuoio e harley Davidson. Il disco d'esordio Rocka Rolla (1974), progressive rock, fu presto solo un ricordo. Sad Wings Of Destiny (1976) è veloce e massiccio, ed è forse il primo vagito vero e proprio dell'heavy metal. Sin After Sin e Stained Class confermano il crescente irrobustimento del sound: soprattutto Stained Class (1978) sancisce un'ulteriore passo avanti, con l'uso frequente di doppia cassa alla batteria. Killing Machine (1979), con l'immortale Hell Bent For Leather, incrementa in maniera orgogliosa la grandeur di una band che ha ormai scalzato i Sabbath sul trono del metallo. Il successivo British Steel, lo si capisce dal titolo, incorona definitivamente la passione e il senso di appartenenza dei fans al circolo ristretto dei metallari. Fieri e orgogliosi di ribadire la propria non appartenenza al resto della massa, musicalmente e non. Dopo un esperimento più melodico, Point of Entry, i Judas fanno epoca con altri due mega classici: Screaming For Vegeance, metallo ruggente e immortale, e Defenders Of The Faith. Un altro cazzotto nei denti che si annuncia tale già dal nome. La seconda metà degli Eighties segna un breve declino, con una riduzione delle produzioni. Nel '90 Painkiller incide un'altra pagina immortale nella storia del metal, ed è il canto del cigno del Metal God, Halford. Col successore Tipton la band non riesce a riaquisire il suo splendore antico nei due album in studio, così si rilancia solo con il ritorno di Halford nel 2003.
KK DOWNING

KENNETH 'KK' DOWNING JR (West Bromwich, 27 ottobre 1951) è un chitarrista e compositore britannico. È stato cofondatore con Ian Hill della band Heavy Metal Judas Priest. Assieme all'altro chitarrista Glenn Tipton formerà una delle prime grandi coppie di Axe Men nella storia del Metal. Compositore di elevate doti è autore di quasi tutti i pezzi del gruppo assieme a Glenn Tipton e Rob Halford. Downing abbandonò la scuola all' età di 15 anni. In seguito venne cacciato di casa quando aveva 16 anni e da allora non parlò più con i suoi genitori. Non aveva molte ambizioni, fino a quando non prese in mano la chitarra. Influenzato da Jimi Hendrix, Downing acquistò la sua prima chitarra quando aveva 16 anni. Secondo un' intervista a Guitar One Magazine, Downing trovò poco sostegno dai suoi genitori per la carriera scelta. Questo non cambiò anche quando i Judas Priest raggiunsero il successo commerciale e di critica in tutto il mondo. Insieme al suo compagno di scuola e fondatore del gruppo Ian Hill, Downing si è dedicato esclusivamente alla Band per 35 anni. Downing è stato notato per la sua aggressività, per i suoi assoli con l' altro chitarrista dei Judas Priest Glenn Tipton. Lo stile dei suoi assoli è rimasto simile per la maggior parte della sua carriera, ma nel corso degli anni ha inserito varie tecniche nel suo modo di suonare. Rispetto a Tipton i suoi assoli tendono a includere suoni più duri, più grezzi e spesso si concentrano sulla velocità e sulla 'ferocia' rispetto alla accuratezza e alla melodia. Nel 1978 Tipton ha iniziato a includere nel suo stile anche il tapping, stile che Downing ha iniziato a utilizzare molto bene. Nel 1990 entrambi i chitarristi iniziarono a utilizzare la complessa tecnica dello sweep-picking che può essere udita nella loro title track Painkiller dell' omonimo disco del 1990: da allora entrambi i guitarist hanno utilizzato questa tecnica. Nei Judas Priest dei primi anni, Downing ha fatto uso del pedale wah-wah, ma ha iniziato a limitare il suo uso alla fine degli anni '70, fino ad abbandonarlo nella metà degli anni '80. L'unica volta che Downing ha rinnovato il suo utilizzo è stato nel 1996 con il nuovo vocalist Tim 'Ripper' Owens, il cui arrivo in line up iniziò una serie di sperimentazioni. Con il ritorno di Rob Halford, però, i Priest tornarono al loro stile più classico e tradizionale, recuperando l'heavy melodico e ottantiano in 'Angel of Retribution', spingendosi poi in sentieri quasi sinfonici con Nostradamus del 2008.

NICKO McBRAIN

MICHAEL HENRY McBRAIN [detto Nicko, Londra, 5 giugno 1954] è il batterista degli Iron Maiden. Il soprannome Nicko deriva dalla sua infanzia, quando il suo libro preferito era Nicholas the Bear, che a quanto pare portava con sé ovunque. Per questo motivo, i suoi genitori presero a chiamarlo Nick. Il nome Nicko prese definitivamente forma a un incontro tra Michael ed il manager della CBS Records, avvenuto in presenza del tastierista Billy Day. In quell'occasione, Billy presentó Michael come 'il mio batterista italiano, si chiama Neeko' [pronunciato Nico]. A Michael piacque subito il soprannome, e decise di usarlo come nome d'arte, dopo averne riadattato lo spelling. Dopo aver partecipato ad un tour degli Iron Maiden nel 1982 con la sua band, i Trust, Nicko venne reclutato dal gruppo dell'East End nel 1983, in tempo per la registrazione del loro quarto album, Piece of Mind, per sostituire il precedente batterista del quintetto inglese, Clive Burr. A questo punto della sua carriera, Nicko aveva già accumulato diversi anni di esperienza come batterista in numerose band: negli anni settanta, il suo nome era figurato su alcuni album di Pat Travers, e partecipò anche alle attività della band McKitty nei primi anni ottanta. Proprio con quest'ultima band Nicko fece il suo primo incontro con Steve Harris, bassista e fondatore degli Iron Maiden, al primo concerto all'estero della band, in Belgio. McBrain viene spesso citato come uno dei batteristi più influenti degli ultimi decenni, e spesso tiene lezioni di batteria sia per professionisti che per principianti. Fatto molto insolito per un batterista Heavy Metal, Nicko McBrain non fa uso di doppio pedale, in quanto ne considera l'utilizzo "troppo complicato". In compenso, il batterista ha sviluppato una tecnica velocissima su una cassa singola, che gli consente di seguire le celebri "galoppate" di Steve Harris senza alcun problema. Il primo [ed ultimo] brano registrato da McBrain col doppio pedale fu Face In The Sand, apparsa sull'album Dance of Death del 2003, in merito alla quale lo stesso McBrain annunciò che, essendo una delle cose più difficili che gli fosse mai capitato di suonare, il pezzo non sarebbe stato riproposto in sede live. Sempre in Dance of Death, Nicko McBrain ha partecipato per la prima volta in oltre 20 anni di permanenza nella band alla stesura di una canzone: New Frontier. Nicko ha contribuito alla registrazione di numerosi brevi video comparsi sul sito ufficiale della band, e tiene un diario aggiornato, sempre sul sito ufficiale, ogni volta che gli Iron Maiden sono in tour. In netto contrasto con le accuse di satanismo lanciate alla band nei primi anni della loro carriera e tutt'ora riprese sporadicamente, Nicko McBrain è un devoto cristiano e va in chiesa regolarmente. Spesso descritto come personaggio 'istrionico', McBrain viene definito dallo stesso Steve Harris come l'intrattenitore della band: dotato di grande carisma e senso dell'umorismo, McBrain è noto per avere sempre pronti commenti umoristici o barzellette e aneddoti da raccontare. Il suo carattere espansivo e la sua nota disponibilità verso i fans gli hanno guadagnato una notevole popolarità, raramente riservata ad un batterista. Oltre alla musica, Nicko coltiva anche altri interessi: è infatti golfista, pilota d'aerei e pilota di elicotteri. Nicko è sposato ed ha 2 figli.

STANNO PER TORNARE I MAESTRI

Attesa spasmodica per il ritorno sulle scene della band più grande di sempre. Il tanto sognato ritorno alle origini sembra finalmente alle porte, mentre dal vivo la band non ha mai smesso di fare spettacolo. Non a caso, sono i migliori di sempre.
L'attesa sta diventando spasmodica, tra i fans (e non solo) di tutto il globo. Un disco dei Metallica non è mai stato un evento qualsiasi, come l'uscita di un disco qualunque di una qualunque altra band. Soprattutto adesso, a cinque anni da St Anger e dopo il tanto annunciato ritorno alle origini. Il bivio è cruciale: dopo tre album male accolti da fan e critica, la band deve dare un senso e una definizione precisa al suo terzo periodo di storia. Il primo (1981-1995) era stato il periodo d'oro, massimo fulgore di un thrash di cui i Metallica erano capiscuola, portabandiera e sviluppatori. 4 album mostruosi li intagliarono definitivamente nella leggenda dell'heavy metal, culminando nell'enorme successo del Black Album. Il secondo periodo (1995-2003) è stato il periodo duro, con la produzione di tre soli album e per di più modesti, il rischio sfiorato di uno scioglimento, il diradarsi evidente dalla scena più calda. Adesso i Metallica stanno lentamente riaffiorando, in giro la gente è tornata a mormorare i loro nomi con curiosità, complice anche una campagna di promozione del fantomatico nuovo album che sta catalizzando progressivamente gli interessi generali. Diversi slittamenti della data di uscita, e un annunciato ritorno alle origini stanno alimentando in maniera forsennata l'attesa per questo Death Magnetic che potrebbe segnare la ciliegina sulla torta di una carriera imperiosa, per quella che è da molti ritenuta la più grande metal band di ogni generazione.

Nei fan più accaniti è tuttavia un misto di pessimismo e ottimismo a prevalere. Chi ha avuto la fortuna di ascoltare qualcosa del nuovo materiale testimonia che c'è un positivo, parziale, ritorno al thrash di fine anni '80. Tuttavia c' qualcosa che ci impedisce di credere davvero ad un grande ritorno. I ragazzi che non sono più incazzati come ai bei tempi, l'abitudine non sempre affidabile di proclamare una svolta epocale (già per St Anger fu così!), la paura di vedere il proprio gruppo preferito ancora alle prese con materiale non all'altezza della sua fama. Insomma, riaccarezzare il sogno Metallica dei tempi d'oro sarebbe così bello da sembrare utopico. Eppure c'è un brivido, una curiosità particolare, un'aurea mistica nell'attesa.
La stampa specializzata ha ascoltato sei dei presunti dieci pezzi che dovrebbero finire nel disco, definendoli in pieno old style. Kirk e Lars nei mesi scorsi hanno parlato di un sound vicino a quello di And Justice For All e del Black Album, ma in un'intervista di questi giorni James ha osato affermare che nelle idee della band Death Magnetic dovrebbe essere un Master Of Puppets moderno! La stampa mondiale non ha mai smesso di incensare la band come vero fenomeno on the road: se in studio qualche colpo è andato a vuoto, sul palco i quattro cavalieri sono sempre i migliori. I concerti della band regalano sempre emozioni indimenticabili, trascinate dai storici cavalli di battaglia: da Whiplash a Seek e Destroy, da or Whom The Bell Tolls a Creeping Death, da Master Of Puppets a Battery, da One a Enter Sandman. Una scarica adrenalinica devastante e sempre all'altezza del nome della band. Nome troppo spesso infangato dai ridolini di chi si è azzardato a definirli "venduti" o finiti solo perchè hanno voluto sperimentare cose nuove, perchè hanno passato momenti difficili a livello personale che hanno impedito di produrre qualcosa migliore di un St Anger qualsiasi. Gli stessi che poi magari accusano gli Iron Maiden o gli Slayer di essere ripetitivi perchè non cambiano mai la formula: deficienti, in ogni caso. Decidetevi, e preparatevi, perchè i maestri del thrash stanno per tornare. Il tempo è passato, i Metallica non saranno più i ventenni battaglieri che urlavano la loro rabbia ai poser, al sistema che ci controlla e alla pietosità dell'animo umano; hanno trovsto una loro serenità ed ora sono ragazzoni maturi e felici, ma in fondo non hanno mai smesso di credere ai propri ideali, e ancora oggi è bello senitirli distaccarsi da ogni frangia politica, di crdere solo alla coscienza delle persone per bene; da brividi è quando James parla di 'ritorno alle sonorità che più amiamo': come a dire, la parentesi dell'ultimo decennio è chiusa, e altro non è che, appunto, una parentesi. Lo stesso singer ha dichiarato che nella composizione e registrazione dei nuovi pezzi i Metallica hanno lavorato con precisione certosina, curando nel dettaglio ogni minimo particolare. Ottimo: come ai bei tempi, mentre per Load e Reload era stata volontariamente scelta una strada semplificata e meno curata, per esprimere un sound più immediato. Per St Anger invece il tutto era stato ostacolato da un periodo più complesso fatto anche di litigi e problemi che andavano al di là degli aspetti musicali. I quattro cavalieri stanno tornando, cavalcando i fulmini, pronti a scuotere il mercato con una nuova mitragliata di thrash incandescente!

HANSI KURSCH
Hansi Kürsch (Lank-Latum, 10 agosto 1966) è un musicista tedesco. È il cantante delle power metal band Blind Guardian e Demons & Wizards. Hans Jurgen Kürsch cresce a Linn, un sobborgo di Krefeld, assieme ai genitori e tre fratelli e sorelle, frequentando una scuola di economia e commercio. Sposato con Andrea, ha un figlio di nome Jonas. Con la sua voce acuta e potente, ben coadiuvata dai coretti epici che hanno reso immortali i suoi Blind Guardian, ha messo una griffe incancellabile nella storia del power metal, grazie ad una serie di album meravigliosi iniziati con Battalions Of Fear. I Blind Guardian si sono sempre contraddistinti per un sound potente e tecnico, capace di creare un'atmosfera medievaleggiante davvero superba. In particolare Hansi si è sempre distinto come persona disponibile, socievole, tranquilla e piena di senno in un mondo dove troppi si sentono delle rockstar e agiscono di conseguenza comportandosi da imbecilli. Dal 1998, anno di uscita del settimo album dei Blind Guardian [Nightfall In Middle-Earth], Hansi non suona più il basso nè negli album in studio nè nei concerti per dedicarsi completamente all'attività canora. I capolavori della band sono 'Somewhere Far Beyond', 'Imaginations From The Other Side' e 'Nightfall In Middle-Earth'. Hansi ha anche partecipato come ospite all'album dei Gamma Ray Land of the Free [1994], alla Vain Glory Opera degli Edguy [1998], a Deggial dei Therion [2000], a Temple of Shadows degli Angra [2004]. Il tipico cantato power-epic trova proprio in Kursh uno dei propri esponenti massimi, oltre che uno tra coloro i quali hanno fortemente contribuito a plasmarlo; assolutamente da pelle d'oca sono le atmosfere solenni e fantastiche che il vocalist tedesco riesce a creare attraverso le sue performances, capaci di spaziare dall'aggressivo di di sfuriate speed come 'Run fast To Madness' al dolce e melodico di ballate da menestrello quale la celebre 'The Bard's Song': anche il suo stile rispecchia l'evoluzione della band, tirato e irruente nei primi tre album, più complesso, melodico e di matrice medievale nei successivi tre e, infine, symphonic oriented negli ultimi tre lavori, più cerebrali e, forse, meno coinvolgenti.


Overkill. Dire Overkill non vuol dire accostarsi solamente al genere thrash metal, filone nel quale l'ensemble americano rientra a pieno titolo grazie ad una serie di album leggendari ipertveloci, furiosi e tecnici; dire Overkill equivale ad accostare il thrash stesso al power, grazie alla voce inconfondibile di Bobby 'Blitz' Ellsworth e alla capacità di mescolare la furia rapida ad un'atmosfera progressivamente più epica e decisamente 'personale': un sound col marchio di fabbrica ben impresso, nel classicissimo colore verde evidenziatore! Gli Overkill snascono nel 1980 nel New Jersey, -anche se spesso i membri della band dicono si siano formati a New York- dalle ceneri della punk rock band 'The Lubricunts'. Fondatori, D.D. Verni e Rat Skates (veri nomi Carlo Venni e Lee Kundrat). Dopo aver provato vari nomi, tra cui anche 'Virgin Killer', poi la band scelse il moniker Overkill, come tributo al leggendario e omonimo album dei Motörhead. All'inizio suonavano cover di Ramones, The Dead Boys, Judas Priest, Motörhead e Riot. Durante la nuova setlist, decisamente heavy metal, la band continuava ancora a suonare cover punk, ma con più velocità, distorsione e volume, marchiando gli Overkill come una delle prime thrash metal band. Nel 1981 la band decise di suonare pezzi propri, e fece gavetta a New York e in molti club del New Jersey. Durante questo periodo la band adotto il classico logo verde, disegnato appositamente per stare sui poster dove figuravano gli altri loghi rossi e neri delle altre band. Nel 1984, il gruppo, nella sua formazione classica con Bobby Ellsworth alla voce, affiancato da Verni, Gustafson e Skates, rilasciò la demo Power in Black, che ebbe lo stesso impatto di altre demo di gruppi nascenti dell'area thrash come Exodus e Testament. La Azara Metal Storm Recording pubblicò nel 1984 l'EP Overkill, che conteneva solo quattro tracce, lanciando la band sulla prima linea del giovane movimento thrash metal. 'Overkill' attirò l'attenzione di John Zazula, il possessore della Megaforce Records, una tra le più grandi e indipendenti case discografiche Heavy Metal del tempo. La Megaforce firmò con gli Overkill un nuovo contratto discografico e rilasciò nel 1985 il loro primo album Feel the Fire. Acclamato da molti critici e dai fans come un capolavoro del thrash metal, l'album cementò la posizione della band tra i leader del movimento thrash, grazie alla potenza compatta e alla folle velocità con la quale si susseguivano riffs esaltanti e interminabili assoli ipermelodici dall'impatto corrosivo e altamente orgasmico. Molti etichettano gli Overkill come band grezza e minimale, ma questo é un falso storico clamoroso: fin dal debut, infatti, i nostri hanno esibito un thrash tutt'altro che ignorante, prediligento arrangiamenti efficaci, assoli dalla melodia curata e non indifferente, stop'n'go azzeccati ed un riffering tagliente e sempre incisivo, affatto banale. Musicisti di primo livello, sicuramente non dei virtuosi ma nemmeno lontanamente accostabili alla caotica frangia estrema del thrash tedesco: tra i solchi dei dischi degli Overkill é rintracciabile parecchia musica di ottima qualità. La band dedicò la maggior parte del 1985 e del 1986 ai tour, cominciando a suonare come supporto ai Megadeth e agli Anthrax. Il 1987 segnò l'uscita dell'album Taking Over, caratterizzato da un miglioramento dei testi e della musica, oltre che da un rafforzamento del flavour epico, evidente in alcune canzoni come 'In Union We Stand'. Frustate devastanti come Wrecking Crew o Use Your Head confermavano l'irresistibile stato di grazia dei thrashers dal logo verde fluo, inconfondibile. Più tardi, sempre nel 1987, fu pubblicato l'ep Fuck You, contenente una registrazione in studio di 'Fuck You' [cover di una canzone dei Doa] più una manciata di brani dal vivo registrati precedentemente lo stesso anno a Cleveland. Il 1987 ha anche visto la dipartita del batterista Rat Skates, che ha lasciato il gruppo a causa dello stress da tour e dei viaggi frequenti. Fu rimpiazzato da Mark Archibole per qualche show, e poi permanentemente dal batterista Europeo Sid Falck. Gli Overkill rilasciarono il seguito di Taking Over, l'album Under the Influence, nel 1988. Esso era molto più crudo, e tralascia la maggior parte dell'atmosfera potente ed epica del suo predecessore, a vantaggio di risvolti più melodici e persino qualche passo atipico, come Hello from The Gutter, dal fatturato quasi hardrock; sofferente di una composizione e una produzione frettolose, Under The Influence è spesso considerato come un passo indietro per la band, ma rimane un disco di grande valore, non privo di dinamitarde scariche thrashy come Shred, rinvigorita da repentine e furibonde accelerazioni slayeriane, Mad Gone World o Brainfade. Gli Overkill hanno continuato costantemente a girare il mondo, enfatizzando la loro reputazione di uno dei gruppi metal più attivi dal vivo. L'album che li fece sfondare uscì nel 1989, The Years of Decay: esso è caratterizzato da strutture più complesse ed elementi epici, che contribuiscono a creare un'atmosfera più seriosa e brani particolarmente prolissi, come negli otto minuti della title track e nei dieci minuti di 'Playing With Spiders/Skullkrusher'.

Il suono del disco era perfetto, compatto, nitido, e poggiava su un'accresciuta caratura tecnica: un prodotto moderno ed impetuoso, ricchissimo di veementi bordate trascinanti. Un vero capolavoro del thrash, che poteva contare su brani irresistibili quali Time to Kill, l'irriverente Elimination, il devastante binomio I Hate-Nothing to Die For, l'adrenalinica Birth of Tension o l'altra mazzata Evil Never Dies, forti di trame complesse e continui incroci di riff frenetici, stoccati con poderosa esagitazione. Nel 1990 il chitarrista Bobby Gustafson lasciò la band per contrasti, rilevato da Rob Cannavino e Merritt Gant. I nuovi Overkill registrarono Horrorscope, il lavoro più pesante della band. L'album era un concentrato esplosivo di thrash aggressivo e velocissimo, arrangiato in strutture molto tecniche, molto più che in passato: per molti, il vertice massimo raggiunto dalla band sotto il punto di vista esecutivo. Tuttavia nel 1992 Sid Falck lasciò gli Overkill annunciando che non si ritrovava più negli stili della stessa. Sid fu rimpiazzato da Tim Mallare che nel 1993 pubblicò con la band l'album I Hear Black, caratterizzat da un suono leggermente più melodico. Il successivo Wfo ('Wide Fuckin' Open') fu la risposta alle critiche ricevute per I Hear Black: thrash metal vecchia scuola, veloce e senza elementi sperimentali. Nel tardo 1995 Cannavino e Gant lasciarono la band; Gli Overkill ingaggiarono allora Joe Comeau e Sebastian Marino con i quali registrarono The Killing Kind nel 1996, tornando a presentare elementi innovativi e sperimentali, come influenze hardcore punk. Molti fans ne rimasero delusi, non apprezzando le nuove scelte. Nell1997 la band pubblicò From the Underground and Below che aggiunse influenze industrial. Nel 1998 a Blitz fu diagnosticato un cancro al naso e fu ricoverato immediatamente. La band iniziò a produrre il decimo album che fu pubblicato con il nome Necroshine nel febbraio 1999. Gli Overkill divennero la prima band thrash metal a essere riuscita a pubblicare dieci album studio. L'album mantenne la vena innovativa e sperimentale e ottenne le stesse critiche del precedente lavoro. Sebastian Marino fu obbligato a lasciare la band a causa di seri problemi famigliari e fu rimpiazzato da Dave Linsk. Durante il 2000 però gli Annihilator licenziarono il loro cantante Randy Rampage e qualche mese dopo il chitarrista Joe Comeau firmò come cantante con questa band abbandonando definitivamente gli Overkill. La band pubblicò Bloodletting, un ritorno al trash metal vecchia scuola, pur mantenendo aspetti musicali moderni. Nel tardo 2002 gli Overkill ritornarono negli studio e produssero l'album Killbox 13, ben accolto: una sorta di mix tra il nuovo stile e quello vecchio. Il successivo ReliXIV fu pubblicato nel marzo 2005. Con uno stile simile a quello di Killbox 13, il cd combinava ulteriori elementi vecchia scuola. Le ultime news sugli Overkill parlano di Immortalitis, il nuovo album uscito nel 2007, e del suo potentissimo successore Ironbound per una band che non vuole smettere di suonare e comporre senza troppe soste!

DISCOGRAFIA: 1985 FEEL THE FIRE 1987 TAKING OVER 1988 UNDER THE INFLUENCE 1989 THE YEARS OF DECAY 1991 HORRORSCOPE 1993 I HEAR BLACK 1994 W.F.O. 1995 WRECKING YOUR NECK 1996 THE KILLING KIND 1997 FROM THE UNDERGROUND AND BELOW 1999 NECROSHINE 2000 BLOODLETTING 2003 KILLBOX 13 2005 RELI XIV 2007 IMMORTALIS 2010 IRONBOUND

DAVID ELLEFSON
DAVID WARREN ELLEFSON (Jackson, 12 novembre 1964) è un bassista statunitense, noto per aver fatto parte del gruppo thrash metal Megadeth. Dal carattere piuttosto mite, affonda le proprie radici musicali nel Punk e nell'Hard Rock. Suona il basso e la chitarra ritmica in vari gruppi fino al 1983 quando si trasferisce a Los Angeles. David ha iniziato la sua carriera come musicista hard rock all'età di 11 anni. Dopo una prima formazione che comprendeva (oltre a lui) solo tastiera e sassofono, iniziò a suonare il basso per via dell'esplosione dell'heavy rock. In seguito riprese in mano la chitarra ritmica che lo porto ad incrementare le sue capacità compositive; nello stesso periodo fu leader di diversi gruppi della scena musicale del midwest nordamericano. David incontrò Dave Mustaine una mattina di un giorno come tanti; Mustaine, ritornato a Los Angeles dopo esser stato mandato via dai Metallica, era in preda ai postumi di una solenne sbornia mentre Ellefson stava suonando la linea di basso di Runnin' with the Devil dei Van Halen. Preso dal nervosismo, Dave prese un vaso di fiori e lo buttò sul condizionatore di Ellefson [Mustaine viveva nell'appartamento soprastante quello di Ellefson], infine gridò con quanto fiato aveva in gola di smetterla; pochi minuti dopo Ellefson bussò alla sua porta e chiese a Mustaine se sapeva dove poter acquistare delle sigarette e Mustaine rispose Si, giù nella strada al negozio di liquori e sbatté la porta in faccia ad Ellefson. Ellefson bussò nuovamente e chiese a Mustaine se avesse l'età sufficiente per poter comprare la birra e Mustaine rispose L'hai detto. Così scesero e comprarono una cassetta di Heineken. Dopo aver dialogato un po', Ellefson sarebbe entrato poi a far parte dei Megadeth, la band formata da Dave. In seguito a questo episodio, Mustaine fece ascoltare ad Ellefson No Life 'Til Leather, il demo che Mustaine incise con i Metallica. David rimase affascinato dalla musica del disco ed abbandonò l'idea di entrare a far parte di una glam metal band. A parte il leader Mustaine, Ellefson è stato il membro più permanente nei Megadeth. Ha sempre mostrato una buona tecnica con il suo strumento, dando un ottimo contributo alla stesura dei brani. David, musicalmente, imparò molto da Mustaine, prendendo molti spunti dai suoi riff di chitarra, adattandoli al suo strumento, creando dei fraseggi molto interessanti [l'intro di basso di Peace Sells è entrato nella storia dell'Heavy Metal]. In Rust in Peace raggiunge un'eccellente maturazione tecnica, creando giri di basso che ben si amalgamano con le ritmiche batteristiche di Nick Menza, definito dallo stesso Ellefson il miglior partner musicale con cui abbia suonato. Inizialmente, David suonava il basso con le dita ma col passare degli anni la musica dei Megadeth divenne più complessa e iniziò ad usare il plettro. Dopo dei disaccordi con Mustaine, Ellefson intentò una causa ma senza successo. Quando i Megadeth si sono riuniti nel 2004, Ellefson rifiutò un'offerta di Mustaine per unirsi nuovamente al gruppo. Per alcuni anni ha dimostrato una certa ostilità nei confronti dei Megadeth e di Mustaine, non menzionando mai il nome del gruppo nella sua biografia ma solo nella discografia, forse anche in virtù della causa sui diritti di utilizzo del nome Megadeth che l'ha visto frapposto all'amico e compagno Mustaine. È conosciuto come una persona estremamente amichevole, è apparso in cinque tracce dell'album dei Soulfly Profecy , ha suonato in un gruppo Hard rock chiamato F5 e collabora con la Peavey Amplifiers. Ultimamente, ha anche pubblicato un metodo di basso Heavy Metal chiamato 'Metal Bass'. Nel febbraio 2010, come un fulmine a ciel sereno, la clamorosa e inaspettata notizia: il ritorno nel Megadeth per il tour celebrativo del ventennale di Rust In Peace! 'Questa è la prova della potenza dell'amore fraterno e del perdono' ha dichiarato Mustaine. 'David Ellefson, MEGADETH. Stiamo arrivando per farvi vedere tutta la potenza di cui siamo capaci!'. Ellefson ha dichiarato: 'Questo è un grande momento per tutti noi, sia per la band che per i fan. Sarà una grande celebrazione musicale di uno dei capolavori della nostra carriera'. Mustaine ha aggiunto: 'Vogliamo ringraziare James Lomenzo per gli anni di duro lavoro al basso, e gli auguriamo tutto il meglio'.

LARS ULRICH
LARS ULRICH. Mente e braccio, spirito ideatore della band e suo amministratore dietro ai tamburi: dalle canzoni alle operazioni di merchandising, dal lato simpatia a quello più prettamente legato alla ragione pulsante del gruppo, la mano del danese si è sempre vista nella carriera dei Metallica. Nel bene e nel male, negli anni d'oro come nel periodo di minor ispirazione fino ad oggi, sempre e comunque in prima linea. Lars Ulrich [Gentofte, 26 dicembre 1963] è un batterista statunitense, di origini danesi, nonché cofondatore dei Metallica. Il suo vero nome è Large Oilrig. Prima di dedicarsi alla musica era un promettente tennista, sulle orme del padre Torben, professionista di fama nazionale. Il primo concerto cui assistette fu quello tenuto dai Deep Purple nel 1973 a Copenaghen; Lars rimase affascinato dallo stile di Ian Paice e successivamente dallo stile di John Bonham dei Led Zeppelin. I genitori gli comprarono una batteria ed iniziò la pratica a 13 anni, suonando i pezzi dei Deep Purple e dei Led Zeppelin con i suoi amici. Crebbe anche ascoltando Motörhead, Thin Lizzy, Iron Maiden, Def Leppard, Deep Purple e Diamond Head. Alla fine degli anni Settanta Lars dovette trasferirsi negli Stati Uniti, assieme alla famiglia, per motivi di lavoro. Lars comincia a dedicarsi a tempo pieno al lavoro di batterista, abbandonando il tennis. Nel 1981, tramite un annuncio, conosce un giovane chitarrista di nome James Hetfield, appassionato sia di heavy metal che di punk rock, e già reduce dall'esperienza con gli Obsession. I due decisero di fondare i Metallica nell'ottobre di quell'anno, assoldando Dave Mustaine alla chitarra solista e Ron McGovney al basso. Prima dell'uscita dell'album di esordio, la formazione subisce un primo cambiamento: infatti, al posto di Mustaine e di McGovney, arrivano nel 1983 l'ex chitarrista degli Exodus Kirk Hammett e l'ex bassista dei Trauma Cliff Burton.Nel corso degli anni, lo stile di Lars Ulrich ha assunto molte sfumature diverse. Nell'album d'esordio Kill'Em All [1983] dimostra uno stile tecnicamente povero e puntato molto sulla velocità ritmica, mentre nei successivi Ride The Lightning [1984] e Master Of Puppets [1986], dedica maggiore attenzione alla tecnica e alla poliritmia. Nel 1988, dopo la morte di Cliff Burton e con l'arrivo di Jason Newsted, viene pubblicato And Justice For All, ritenuto l'album più tecnico dei Metallica; qui Ulrich è ben stimato per le cavalcate con la doppia cassa in Blackened, i cambi di tempo in One, le potenti sincopi di Harvester Of Sorrow e di Frayed Ends Of Sanity, e il groove preciso e veloce di Dyers Eve. Nel 1991 con Metallica iniziano i cambiamenti dello stile musicale del gruppo, e Lars deve abbandonare l'uso massiccio della doppia cassa e le ritmiche thrash metal che caratterizzarono la sua carriera iniziale, in favore di un drumming più semplice e melodico. Ciò valse anche per Load [1996] e Re-Load [1997], non esenti da critiche. St. Anger [2003], che vede l'entrata del nuovo bassista Robert Trujillo al posto di Newsted, divide ancora i fans. Alcuni lo definiscono un buon disco e il migliore dagli anni '90 in poi, altri lo definiscono il loro peggior album in assoluto. Sono stati anche ampiamente criticati l'arrangiamento mixeristico e le sonorità degli strumenti. Nel 2004, a causa di problemi di salute e problemi con la legge, Lars venne sostituito, temporaneamente, da Dave Lombardo, Joey Jordison e il suo tecnico Flemming Larsen durante un tour dei Metallica. Lars Ulrich diventò famoso anche al di fuori della cerchia dei fan dei Metallica quando, nel marzo 2000, consegnò personalmente a Napster una lista di 300.000 utenti da denunciare in quanto, a suo dire, condividevano illegalmente file MP3 dei Metallica. Questo episodio, prontamente ripreso dai media, lo pose al centro della furia degli utenti della rete di tutto il mondo, tanto che tuttora egli è considerato il personaggio simbolo della repressione dello scambio di file musicali via Internet da parte delle major discografiche. L'uscita di Death Magnetic nel 2008 riporta i Metallica ai livelli di un tempo: l'album è potente e curato, profuma di vecchio thrash ma in ogni caso è un heavy metal senza compromessi. Lo stile di Lars appare molto migliorato, possente e velocizzato rispetto agli ultimi lavori. Insomma, i fans dei Metallica possono godersi la nuova giovinezza dei propri idoli.





Rhapsody of Fire. Sono il gruppo metal nostrano più famoso e amato in tutto il mondo, i Rhapsody Of Fire di Alex Staropoli e Luca Turilli. Portabandiera di un metal allegro e pomposo, un power pieno di atmosfere rinascimentali e infarcito di sonorità classicheggianti. Fortemente influenzato dalla musica classica barocca, dal power metal e dal metal neoclassico, ispirato dalle colonne sonore di film Hollywoodiani come Conan il barbaro e Il signore degli anelli, e dalle tematiche fantasy, il loro stile è stato da loro stessi battezzato "Hollywood metal" e successivamente "film score metal". La band viene fondata dai triestini Luca Turilli ed Alessandro Staropoli, rispettivamente chitarrista e tastierista, con il nome Thundercross. Staropoli, nato nel 1970, è un tastierista molto influenzato dalla musica classica i cui assoli sono spesso basati sulla velocità. Nel 1994 i Thundercross rilasciano il loro primo EP demo Land of Immortals, con il quale destano l'interesse dell'etichetta tedesca Limb Music Product & Publishing. Sotto l'egida della LMP il gruppo cambia nome in Rhapsody e l'anno seguente pubblica un nuovo EP demo Eternal Glory. Il gruppo riscuote gradimento e quindi, prima del debutto vero e proprio, rivede la formazione: il cambio più importante avviene dietro al microfono con il reclutamento di Fabio Lione, uno dei più talentuosi cantanti della scena italiana (già sentito all'opera nei Labyrinth con lo pseudonimo Joe Terry). I Thundercross vengono notati però in primis dalla Lucretia Records, un'etichetta italiana, che farà registrare alla band i primi due album.

Nel 1997 esordiscono dunque con Legendary Tales, un disco dove l'idea di neoclassic metal viene portato ad estreme conseguenze: ad un base di power metal vengono incorporate orchestrazioni di chiara ispirazione classica e barocca, creando un mix ai tempi unico nel suo genere. Data questa particolarità del sound ottenuto il gruppo crea una definizione, che rimane tuttavia arbitraria e fittizia, per descrivere la propria musica: 'Hollywood metal'. Se musicalmente le influenze arrivano dalla classica e in particolare da Vivaldi, Bach e Paganini, dal punto di vista dei testi l'ispirazione proviene dalla letteratura e dalla cinematografia fantasy e cavalleresca. Tutto però è reinterpretato dalla fervida immaginazione del chitarrista Luca Turilli che inventa una vera e propria saga, la Emerald Sword Saga, che farà da filo conduttore a tutti i dischi della band. Il tema portante della storia è, come già evidenziato, l'eterna lotta tra il bene e il male. 'Il male può essere trovato ovunque - dice Turilli - ma non vincerà mai finché ci saranno abbastanza valorosi che lo combatteranno'. Il successo è immediato e i Rhapsody diventano i paladini di centinaia di migliaia di fan in tutto il mondo. Il secondo disco, Symphony of Enchanted Lands, ottiene ancora più successo e brani come 'Emerald Sword', 'Wisdom of the Kings' ed 'Eternal Glory' diventano cavalli di battaglia da riproporre ad ogni esibizione live. Con il passare degli anni e dei dischi, il gruppo continua la sua ricerca formale volta ad ottenere la miglior fusione possibile tra musica metal e classica e a realizzare una sorta di colonna sonora per le gesta raccontate attraverso i testi. Nel frattempo fanno la comparsa alcuni incisi e alcuni brani cantati completamente in italiano. La band si mantiene a livelli eccellenti con il meraviglioso Dawn Of Victory (2000). Questo album, come i precedenti, è centrato sulla storia epica di Algalord e sulla Emerald Sword Saga. È stato prodotto da Sacha Paeth e Miro. Tutte le canzoni sono state composte da Turilli e Staropoli. Nel 2002 è la volta di Power Of Dragonflame, infarcito di altripezzi epici, leggendari, melodici e zeppi di atmosfere davvero travolgenti, come la bellissima knightrider of Doom: il disco più potente e aggressivo della band, dove riffing e velocità fanno propendere il sound ancora più marcatamente verso il power classico.
'Nel 2004 esce Symphony of Enchanted Lands II: The Dark Secret, il seguito di uno dei loro maggiori successi. Con il nuovo disco, viene iniziata una nuova saga: la Dark Secret Saga. La band cambia etichetta, passando sotto l'ala protettrice della Magic Circle Music (di proprietà di Joey DeMaio, leader dei Manowar) e riesce finalmente ad incidere un disco con l'ausilio di un'intera orchestra, la Bohuslav Martinu Philharmonic Orchestra e di un coro di oltre quaranta elementi, il Brno Academy Choir. Probabilmente per la mole di strumenti e musicisti impiegati i Rhapsody scelgono di specificare la loro proposta musicale come 'Film Score Metal' (un'altra definizione autoreferenziale che non costituisce un genere specifico). A gennaio 2006 esce il primo album live dei Rhapsody, Live in Canada 2005 - The Dark Secret. Il disco contiene l'intero show registrato il 13 giugno 2005 in Quebec (Canada), durante una delle date in cui la band ha suonato a supporto dei Manowar durante il 'Demons, Dragons and Warriors World Tour'. Nel Luglio del 2006 la band, per problemi di copyright con un gruppo rap statunitense è costretta a cambiare nome da Rhapsody a Rhapsody Of Fire; secondo Turilli e Staropoli il nuovo nome della band meglio esprime la nuova carica energetica della band. Sostengono inoltre che la parola Rhapsody, che dà un' idea di sinfonico, sia in contrasto con Fire, che è invece più potente ed energico. A settembre è uscito l' album Triumph or Agony, che consolida lo stile Film Score che ormai ci viene mostrato da anni. Nel 2007 il gruppo è stato occupato nella tournée Demons, Dragons And Warriors insieme alle band epic metal Manowar ed Holyhell. A causa di non ben specificati problemi col management, i Rhapsody of Fire hanno rescisso il loro contratto con la Magic Circle Music. Non sono ancora stati resi ufficiali i motivi di tale decisione, ma si parla di problemi di natura legale con la casa discografica guidata da Joey DeMaio. Dopo un periodo di forzata inattività, dunque, l'ensemble tricolore torna in studio e nel 2010 dà alla luce 'The Frozen Tears of Angel', un disco dal sound che si ricollega soprattutto alle prime uscite power speed della band che agli ultimi lavori, più sinfonici; un album in cui il guitar work di Luca Turilli è stato posto in primo piano e che riporta agli onori della cronaca i Rhapsody of fire. Sulle stesse linee, qualitative e stilistiche, arriva già nel 2011 il valido 'From Chaos To Eternity', che ribadisce l'ottimo stato della band nostrana. E' però il disco che pone fine ad una vera e propria era in casa Rhapsody, che infatti vedono la fuoriuscita del fondatore Luca Turilli, il quale dichiara di volersi dedicare ad un suo progetto personale, i Luca Turilli's Rhapsody.

UN GRAN MISCUGLIO DI GENERI
DAL BAROCCO AL POWER METAL
UNO STILE INNOVATIVO. I componenti del gruppo nel 1997 hanno definito la loro musica Hollywood metal, una definizione coniata ad hoc che fa riferimento alla pomposità delle composizioni del gruppo, che ricordano molto da vicino le epiche colonne sonore hollywoodiane. Negli ultimi tempi il termine 'Hollywood metal' è stato sostituito dagli stessi Rhapsody con Film score metal, con l'intento di specificare ulteriormente il legame della loro musica con le colonne sonore cinematografiche. Il genere musicale dei Rhapsody viene anche definito epic metal in quanto si basa su un vero e proprio filone storico inventato dai Rhapsody stessi, e narra delle gesta di coloro che lo compongono. Ovviamente tutto ciò si sposa con la dominante tematica fantasy. Riassumendo, la musica dei Rhapsody of Fire non si può etichettare in un unico genere ben delineato e preciso, in quanto trattasi di una miscela di symphonic metal, musica classica barocca, power metal, metal neoclassico.

DISCOGRAFIA
1997 LEGENDARY TALES 1998 SYMPHONY OF ENCHANTED LAND 2000 DAWN OF VICTORY 2002 POWER OF THE DRAGONFLAME 2004 SYMPHONY OF ENCHANTED LAND II-THE DARK SECRET 2006 TRIUMPH OR AGONY 2010 THE FROZEN TEARS OF ANGEL 2011 FROM CHAOS TO ETERNITY