SLAYER, SEMPRE TRA I MIGLIORI

La band di Araya ha vinto il Grammy per la migliore prestazione metal

Per il secondo anno consecutivo sono gli SLAYER i vincitori del Grammy Awards come miglior performance metal. Un Tom Araya visibilmente emozionato ha ritirato il premio e ha ringraziato per il supporto la casa discografica (Sony), Ric Rubin, La famiglia, il manager... tutti quanti insomma. Per la serie anche i thrasher hanno un cuore... e una cravatta! Fonte: www. blabbermouth.net.

La lista delle nominations:
AS I LAY DYING - "Nothing Left"
KING DIAMOND - "Never Ending Hill"
MACHINE HEAD - "Aesthetics Of Hate"
SHADOWS FALL - "Redemption"
SLAYER - "Final Six"

RECENSITO! TARCHON FIST

Un potente e classico heavy metal suonato da un gruppo debuttante di... scafati italiani!
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"Sarà la solita solfa", pensi inserendo il cd nello stereo: nel panorama musicale (metal) di oggi ci sono poche novità e difficilmente un album riesce a rivelarsi un piccolo gioiello, specie al primo ascolto. Poi però questi Tarchon Fist ti sorprendono, partendo con riffoni metalloni di stampo classic heavy ma permeati di fresca modernità, e resti un pò stupito: ma siamo sicuri di aver inserito il disco giusto? "Tarchon Fist" è un'autentica bomba heavy metal, e non capisco come mai ancora non sia finio su tutte le prime pagine dei giornali specialistici. E' vero, è uscito da poco e ne sentiremo molto parlare: potenti, travolgenti, mai banali, i Tarchon Fist sono una sorpresa bellissima, e pensare che sono italiani dà orgoglio e voglia di rivalutare il movimento nazionale. La band è nata nel 2006, e non certo dall'incontro tra due pivellini: Lucio Tattini era tra i fondatori dei Rain, storica band metal bolognese, mentre il singer Sange ha già un tributo ai Thin Lizzy alle spalle; Lucio scrive metal da vent'anni, e dopo un periodo di completamento e revisione dei brani, finalmente la band ha pubbicato il suo lavoro d'esordio. Un metal potente, orecchiabile, mai simile a se stesso o a qualche vecchia gloria..
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LE CANZONI. Il disco si apre con "Metal Detector", che già nel titolo si preannuncia un inno metallico divertente: potente intro, bella musica, finale epico e cantato ottimo, tra riff e assoloni entusiasmanti. Forse la song trainante dell'album intero è "It's My World", trascinante nel ritmo vocale e graffiante con i suoi riffoni, l'assolo iniziale, la gran volata innescata da un ritornello molto musicale: molto bella. Seguono "Football Aces" e "Bad Man Mania", la prima impostata su cori aggressivi nazional popolari ("We Are The Football's Champions Of The World!") ed un ritmo travolgente, la seconda forte di riff diabolici e introdotta da un raggelante "giro giro tondo" cantato da bambini. "Ancient Sign Of The Pirates" profuma di metal vecchio stampo, ed è seguita da un pezzo molto roccheggiante come "Black Gold Fever", un vero crescendo d'entusiasmo, e da "No More Walls": pezzo forte, ritornello melodico e lento su una song che poi accelera in un'andatura metallosa. Da brividi la ballata "Blessin Rain", poi incalzata da ululati glaciali che apronoi riff fucilati di "Eyes Of Wolf", piena di forza nelle sue mille epiche sfaccettature. Le tracce si susseguono l'una più bella dell'altra: meravigliosa anche "Doc Hammer", strumentale dal vario e prolungato panorama di riff esaltanti. Altro capolavoro è la conclusiva "Carved With Fire", introdotta da tipici sound heavy e forte di un ritmo trascinatnte. Le chitarre, la voce, tutti gli elementi incalzano in un pezzo enfatico davvero bello. Il finale è più truce e solenne; come bonus track, tanto per far sobbalzare i puristi sulla sedia, c'è "Tarchonvolt", l'evitabile remix elettronico di "It's My World".
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Portentoso: non trovo altri aggettivi per un Cd del genere, che mi è piaciuto davvero tantissimo. I Tarchon Fist sono fortissimi, e questo album è una prova convincentissima del valore dei componenti della band. Consigliatissimo.
VOTO 8
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HARDCORE SUPERSTAR, SILVER (CHITARRISTA) SE NE VA?

Il chitarrista storico di Jocke Berg sembra volersi prendere un periodo di pausa dopo i grandi successi degli ultimi due dischi.
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SEMBRA finita l'avventura negli Hardcore Superstar per lo storico chitarrista Silver, il simpatico funambolo delle corde presente già nel primissimo "Bad Sneakers...". Silver sembra volersi prendere un periodo di pausa per allontanare gli stress di un lunghissimo periodo in tour, iniziato nel 2006 con "Hardcore Superstar" e proseguito nel 2007 con "Dreamin In a Casket": gli HCSS dopo il gran debutto e due album in tono minore si erano presi alcuni anni di relax ed erano tornati con gli ultimi lavori, più metallici e maturi: lo stesso Silver in quel periodo è migliorato e nei due ultimi dischi ha un ruolo determinante, con assoli e riffoni, per il gran successo della band. Per me personalmente è una notizia pessima, dato che proprio grazie agli HCSS mi sono avvicinato alla musica tosta ancora nel periodo delle scuole medie, e le schitarrate dello svedese mi hanno accompagnato sin da allora! Sono curioso di vedere chi lo sostituirà, ma quello che ha fatto Silver negli HCSS è difficilmente ripetibile.

ARCHIVIO NEWS GENNAIO 2008/ IL GODS OF METAL SI ANNUNCIA GALATTICO

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Al prossimo Gods Of Metal (a giugno a Bologna) ci saranno anche gli Slayer, al fianco di Iron Maiden, Judas Priest, e tanti altri, tra cui gli emergenti Avenged Sevenfold. 30/1/08 Stando a quanto comunicato dal manger personale di Axl Rose (Guns'n Roses) a una rivista inglese, pare che il famigerato "Chinese Democracy" sia stato completato prima di Natale. Axl starebbe attualmente trattando per deciderne la data di pubblicazione. 23/1/08 I Megadeth saranno in Italia (Milano, Pordenone) ai primi di marzo per promuovere l'album United Abominations. 15/1/2007 Matt Heafy ha dichiarato che a breve uscirà il nuovo album dei suoi Trivium. Il giovane gruppo americano, dopo i debutti metalcore (Ember To Inferno, Ascendancy) e il thrashers "The Crusade" vuole confermarsi tra le band più forti del momento. 10/1/2007 Voci non ufficiali affermano che sarebbe Chris Broderick il nuovo chitarrista dei Megadeth: dovrebbe sostituire Glen Drover, la cui uscita dalla band (pare per potersi dedicare meglio alla famiglia) non è stata ancora ufficializzata. martedì 8 gennaio 2007. il prossimo 18 marzo uscirà un doppio CD intitolato "Greatest Hit & 19 Other Pretty Cool Songs", raccolta dei principali successi dei Dream Theater. martedì 8 gennaio 2007

COMPLIMENTI A REPUBBLICA.IT!

Finalmente qualcuno che dice le cose come stanno, senza andare per luoghi comuni, stereotipi di merda e simili: leggete un pò sotto il bell'articolo che Repubblica ha dedicato agli Iron Maiden in vista del loro arrivo in Italia per il Gods Of Metal, quest'estate. Finalmente qualcuno che riconosce la grandezza di una band per quello che vale, e non in base alla comune avversione a sound più duri tanto spesso associati a eccessi e becerità. Finalmente qualcuno che rivaluta la presenza dei metallari, che davvero non se ne sono mai andati! Forse il giornalista tende a pensare che essere metallers oggi sia diverso da esserlo 20 anni fa: sbagliato, in parte, ma glielo perdoniamo. A differenza degli altri noi metallers sentiamo ancor fortissima l'appartenenza ad un movimento che ci prende nell'orgoglio. E poi si pensa che i metallari siano una minoranza, ma è una cagata perchè in realtà sono i media a censurarne la presenza: nella realtà se incontrano tantissimi! Comunque, davvero complimenti al sito del quotidiano, per la competenza e la schiettezza con e quali ripercorre l'epopea maideniana. Fa sempre bene qualcuno che analizza le cose senza volerle modificare a suo piacimento!
'LA REPUBBLICA' CELEBRA GLI IRON MAIDEN


'I METALLARI NON SE NE SONO MAI ANDATI'

DA 'REPUBBLICA.IT' DEL 31 GENNAIO 2008. La musica degli anni Ottanta che ritornano non è tutta nei vecchi successi di quelli che allora erano ragazzotti algidi in camice di pizzo e paffute dance star cotonate. Uno dei fenomeni, musicali ma soprattutto sociologici, di quel periodo è il metal. O meglio, l'heavy metal, mutazione stilistica e iconografica del classico hard rock dei 70's, a cui aderirono legioni di fan, nel mondo e in Italia. I nostri ragazzi, che oggi il cellulare e le internet community hanno diviso in "tribù", allora si "annusavano", si amavano o disprezzavano in base a un gusto musicale che si esprimeva anche nel look. I più disimpegnati erano i paninari, gli addetti del culto di Madonna erano i madonnari, i proseliti della new wave si chiamavano wavers (che i rivali disprezzavano con wafers). Ovviamente c'erano i punk. I più estremi erano gli skinhead. Una delle schiere più caratterizzate per via del look sepolcrale erano i dark, appesi al ricordo dei Joy Division e agli incubi dei Cure. E poi, perfettamente riconoscibili, c'erano loro, i metallari, carichi di borchie, pelle, spillette e dai rigorosi lunghi capelli, una gioventù scandita dal minuzioso ascolto dei dischi, dai concerti e dalle feste alcoliche. Loro, i metallari, erano tantissimi ma, oggi come allora, sono i più trascurati dal revival degli 80's. Perché? Probabilmente, perché come Madonna, Michael Jackson, gli U2 e Springsteen, il metal e i metallari non se ne sono mai andati. O meglio, da allora sono scomparsi e risorti più volte, restando comunque in circolo. Proprio come Eddie, lo zombie icona degli inglesi Iron Maiden, che sulla copertina di 'Live After Death' riemerge dalla tomba di H. P. Lovecraft. Riferimento niente affatto casuale. Quel video, bestseller mondiale nel 1985 e di certo uno dei film più importanti nella storia del metal, viene ripubblicato in dvd il primo febbraio con un'abbondante corredo di extra (la seconda parte della 'History of Iron Maiden', seguito di "The Early days", più i documentari 'Behind The Iron Curtain', 'Rock In Rio '85' e l'intervista 'Ello Texas', per oltre tre ore di immagini). E non finisce qui. Lo stesso giorno gli Iron Maiden daranno il via da Mumbai, in India, al 'Somewhere Back In Time World Tour', che il 27 giugno li porterà in Italia, dove il gruppo sarà in cima al cartello del Gods of Metal di Bologna (Arena Parco Nord, 27, 28 e 29 Giugno, Slayer e Judas Priest headliner delle altre due giornate), il più importante festival hard del nostro paese. E sarà uno show molto diverso da quello proposto dagli Iron Maiden all'Heineken Jammin' Festival della scorsa estate, prima che la tromba d'aria mandasse in pezzi la rassegna. Stavolta Steve Harris e soci accompagnano l'uscita del dvd con un concerto paragonabile a un viaggio indietro nel tempo. La produzione recupera infatti la spettacolare scenografia del 'World Slavery Tour', esoterica evocazione dell'antico Egitto sulle note dell'album 'Powerslave' (1984) e in cui il solito Eddie faceva la parte della mummia. Più di 20 anni fa, il Boeing 757 degli Iron Maiden trasportò piramidi e geroglifici in giro per il mondo per ben undici mesi, in oltre 300 i concerti, chiudendo col botto al Rock in Rio (oltre 300mila spettatori) e alla Long Beach Arena, quattro serate durante le quali fu filmato in 35 millimetri il materiale di 'Live After Death'. Ma i fan sanno che il viaggio all'indietro non si limita alla cartapesta di uno show mitizzato. Per il nuovo tour, sul loro aereo personale gli Iron Maiden stoccheranno davvero i loro anni Ottanta: la scaletta sarà centrata sulle canzoni di quel periodo, tratte dagli album che hanno conquistato un pubblico mondiale e reso la band tra le più influenti nella storia successiva del metal. Tra i crudi riff di 'Iron Maiden', opera prima del 1980, e le complesse architetture di 'Powerslave', passando per 'Killers' (1981), 'The Number Of The Beast' (1982) e 'Piece Of Mind' (1983), è racchiusa infatti un'evoluzione stilistica che comincia dall'urlo selvaggio di Paul Di'Anno, cantante nei primi due dischi, e approda a più ampie possibilità compositive grazie alla duttilità e alla estensione della voce di Bruce Dickinson. Con gli Iron Maiden l'heavy metal passa dalla pura esibizione di muscoli e volume alla ricerca sonora, alla stratificazione di più chitarre, ai repentini cambi di tempo, dal mordi e fuggi mutuato dal punk a brani di lunga durata, articolati in 'stanze' e cambi di tempo, dando spazio persino ai sintetizzatori. In particolare, a un'estetica ispirata dal progressive inglese del decennio precedente, stile particolarmente caro a un bassista tecnico come Steve Harris, il fondatore degli Iron Maiden. Da parte sua, il cantante Bruce Dickinson contribuì anche con testi figli della sua laurea in storia e letteratura, ricchi di riferimenti colti, di aperture al fantastico, di trappole esoteriche. Elementi che diedero spessore intellettuale a una musica associata troppo facilmente solo al sesso, all'alcol o al satanismo. Come per ogni band dalla lunga storia, anche gli Iron Maiden hanno incassato riflussi, crisi di ispirazione e cambi di formazione. Ma oggi sono qui, con una line-up credibile che accanto a Steve Harris vede ancora Bruce Dickinson, i primi chitarristi Dave Murray e Adrian Smith integrati da Janick Gers, il fedele Nicko McBrain alla batteria. E c'è sempre Eddie. Proprio a lui, lo scarnificato zombie capellone disegnato con tratto marveliano da Derek Riggs, si deve probabilmente la sopravvivenza degli Iron Maiden nei momenti difficili. Incredibile l'attrazione esercitata dall'orrida creatura che continua ad aggirarsi in tutto il pianeta aggrappato alle t-shirt dei fan dell'epoca come dei ragazzi di oggi. Si è fatto un gran parlare dell'accordo con cui Madonna capitalizzerà musica, concerti e gadget. Sarebbe il caso di indagare sul fatturato realizzato in quasi 30 anni dagli Iron Maiden apponendo il loro Eddie su spille e magliette: il sospetto è che sia superiore ai proventi degli 80 milioni di dischi venduti. L'ultimo dei quali, 'A Matter Of Life And Death', pubblicato nel settembre 2006, si è piazzato al primo posto della hit parade italiana in una sola settimana. Come si diceva all'inizio, i metallari non se ne sono mai andati. O meglio... (31 gennaio 2008)

METALLICA IN ITALIA A LUGLIO!!


Un grande avvenimento caratterizzerà la prossima calda estate rock italiana. I METALLICA saranno in Italia nel mese di Luglio per quella che sarà la loro unica data italiana del 2008. I Four Horsemen sono attualmente in studio per dare gli ultimi ritocchi al nuovo potentissimo album prodotto dal genio Rick Rubin e che vedrà la luce nei prossimi mesi (la data di uscita è ancora top-secret), ma la band californiana ha già confermato una serie di show in Europa. L'unica data italiana del 2008 dei METALLICA si terrà il 22 Luglio all'Arena Parco Nord di Bologna. Oltre a METALLICA si esibiranno altri special guests che verranno annunciati entro breve tempo. La produzione si annuncia mastodontica, con un palco addirittura più gigantesco di quello dello show di Padova del 2004.
METALLICA + special guests 22.07 Bologna, Arena Parco Nord. I biglietti andranno in vendita venerdi 8 febbraio. Fonte: Comunicato stampa

OLTRAGGIO AI METALLERS, NON LO SOPPORTO

Ah ah, che idiozie si sentono in giro! La cosa che più mi fa girare le palle è quando dicono che il metal è roba da ragazzini. Sì, come no. Certi sapientoni che "sanno davvero apprezzare la musica matura" (...) ci parlano di menti malleabili, bisogno di appigli... ma che si appiglino dove dico io! Il metal è musica per tutte le età, vedo tanti metallers ultra trentenni fieri del loro metallo! E poi se una musica dà emozioni, come il metal ne dà a noi, perchè accusarla di esser da bocchie? Il discorso nasce e finisce qui, non c'è nemmeno da discutere. Un tempo mi incazzavo quando mi dicevano "il metal fa schifo, è solo casino, bla bla meglio pop dance house e merde varie"; ora invece mi fa ancor più indiavolare quel concetto del sedicenne metallaro. Un chiaro esempio di come la mente umana è "chiusa" e incollata alle convinzioni del proprio io. Se quei sapientoni provassero anche solo per un secondo quello che proviamo noi metallers a sentire certe note, non parlerebbero più. E lo dico anche a fine di autocritica, perchè nel discorso delle menti chiuse mi ci metto anchh'io che prendo per il culo ciò che metal non è. Però almeno lo ammetto, è già qualcosa: capisco che a un discotecaro l'house può dare piacere, allegria. L'house mi fa cagare e le discoteche sono merdai da truzzi :) però comprendo che per loro tutto ciò sia cosa buona e giusta! Invece no,i citati sapientoni sminuiscono metal e metallers etichettandoli come buzzurri ignoranti e psicologicamente "fermi". Direi di dedicar loro, tutti insieme, un sentito FUCK THEM, KILL THEM ALL (o un bel METAL UP YOUR ASS, come preferite!)!

RECENSITO! IN SHADOW LOST FROM THE BRAVE (SAINT DAEMONS)

PER UN POWER METAL PULITO E BEN FATTO, ECCO A VOI I SAINT DAMONS, IN STILE HELLOWEEN. LAVORO BUONO, PERO' NON ASPETTATEVI UN CAPOLAVORO...
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Dal freddo della Svezia sbarcano negli stereo metallari di tutta Europa i Saint Daemons, band promettente già nell'ambiguo moniker. I SD suonano un power metal piacevole ed hanno da poco pubblicato il loro album di debutto, "In Shadows Lost From The Brave", che mi ha ricordato vagamente il sound e le melodie dei migliori Helloween. Dopo un secondo ascolto l'album diventa più piacevole da ascoltare, e anche se i ragazzi nordici non inventano nulla di originale meritano comunque un giudizio positivo. In questo disco spesso le canzoni incalzano e, dopo una parte lenta (o narrata) verso la trequarti del brano, ripartono con assoli e parti musicali che riportano al refrain iniziale. I Saint Daemons (il nome deriva da una leggenda nordica) parlano delle difficoltà di tutti i giorni, peraltro senza troppa originalità; la parte musicale è curata e non troppo pesante, ma a mio giudizio può migliorare nel tempo.

Dopo la breve intro, parte un'epica e orecchiabile "My Judas", orecchiabile e ben cadenzata. Ancor migliore il ritmo di "In Shadow Lost From The Brave", la title track, profonda e coinvolgente. La melodia, le ripartenze, il sound tipico del power classico mi ha ricordato la band di Kiske all'epoca dei primi "Keeper...". Bell'assolo e forte batteria per un pezzo tra i migliori del disco. "My Heart" è un altro pezzo trainante, epica e più lenta ma sempre ben fatta. "The Burden" mi è invece apparsa più forzata nel cantato, all'inizio, anche se nel mezzo si colora di bei riff e di assolo piacevoli. Nel mio accostamento helloweniano, paragonerei "No Mans Land" ad "Halloween": lunga cavalcata, con parte lenta epica nel mezzo prima di una ripartenza caricata da splendidi riff: è coinvolgente ed ha un bel ritmo fantasioso, con influenze varie. In "Ride Forever" mi è piaciuto l'innesco di una seconda voce aggressiva che talvolta interviene, mentre "Black Symphony" è un pezzo con le palle dal tipicissimo sound power. Dopo la solenne sinfonia di "Deamons" arriva l'onesta "The Brave Never Bleeds": non male, ma nulla di trascendentale per chi è un navigato del power più classico. "My Sorrow" è un lento (non troppo toccante) che precede la conclusiva "Run For Your Life", trascinante per i ritmi, gli assolo, la musicalità.
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GIUDIZIO. Il disco suona bene nel complesso, i Saint Daemons sembrano in gamba e, pur non essendo un album troppo aggressivo, rispecchia con fedeltà le sonorità power tradizionali. Volendo, anche rinfrescandole in chiave moderna.
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VOTO 6,5