Helloween. Parlare oggi di power metal sembra quasi scontato e normale, ma le origini di un genere come quello in questione si devono ad una band amburghese che, sul finire degli anni '80, ha posto le basi di una nuova corrente sonora. Gli Helloween e lo speed-power, una scintilla inevitabile che ha velocizzato ed enfatizzato l'heavy classico europeo, conferendogli un tocco di fantasia e vivacità singolare per chi, fino a quel momento, aveva guardato al rock e al metal come a generi musicali cupi, oscuri e pessimistici. Gli Helloween naquero in Germania, ad Amburgo, nel 1983. In precedenza i due chitarristi avevano suonato con diversi altri musicisti, prima col nome Gentry e poi con quello di Ironfist. Gli Helloween composero le prime canzoni nel 1984, e l'anno dopo uscì il loro primo EP, 'Helloween'. In quel 1985 i nostri iniziarono a creare un album che sarà fortemente innovativo nel genere metal, 'Walls Of Jericho'. Alla voce si distingueva l'acuto chitarrista Kai Hansen, che dopo l'album di debutto diventerà il frontman degli eterni 'gemelli' Gamma Ray. In questo disco gli Helloween mescolano potenti correnti speed all'heavy classico e melodico, diventando degli esempi ispiratori per diverse band emergenti e ponendo le basi originarie del power metal teutonico. Il taglio è compatto, aggressivo e devastante. Ben presto gli Helloween si misero però alla ricerca di un nuovo cantante, data la difficoltà per il frontman Hansen di combinare canto e chitarra: la scelta cadde sul bravissimo Mickael Kiske, diciottenne singer di una band locale amburghese. La band aveva già pronte molte canzoni, ma la casa discogafica non volle pubblicare un doppio album e così furono selezionate le tracks poi inserite in 'Keeper Of The Seven Keys-part I', l'album che diede il successo internazionale alla band e le permise di fare un passo enorme nella propria carriera, definendo e ultimando le coordinate definitive del tipico power speed metal melodico di tradizione tedesca. Il power speed del disco era innovativo e ancora potente, meno tellurico e più raffinato di quello grezzo di 'Walls of Jericho' ma sempre pregno di melodie e sonorità molto piacevoli, suonate con tecnica e velocità davvero entusiasmanti. Caratteristico del sound made in Helloween erano le melodie chitarristiche di chiara derivazione classica, riconducibili alle sonorità rese celebri dagli Iron Maiden e portate ad un livello armonico ed epico ancora più sviluppato, merito della velocità d'esecuzione della srtraordinaria coppia d'asce Weikath-Hansen e di un flavour epico allegro e pimpante, che si discostava dall'enfasi 'seria' e solenne perpetuata da gruppi heavy metal classici come per esempio i Manowar, che Oltreoceano dettavano legge. Chi aveva apprezzato gli Helloween con il mirabolante Kiske alla voce aveva di che essere felice, oltre che curioso: il 'part I' inserito nel titolo dell'album lasciava evidentemente presagire un sequel già in cantiere, e l'attesa tra i fans per un nuovo capolavoro divenne naturale. Bastava attendere.

Infatti il primo capitolo della saga dei 'Keeper' fu seguito nel 1988 da 'Keeper Of The Seven Keys-part II', contenente le altre canzoni scritte per il doppio album, che consolidò gli Helloween in vetta alle classifiche europee. Anche il secondo 'Keeper' contiene pezzi di grande valore nella panoramica speed metal, ricchi di velocità e tecnica vivacissima: i due dischi griffati dal misterioso Guardiano conferiscono all'ensemble mitteleuropeo una faccia fresca, esplosiva e colorata, senza mai venire meno ad una qualità melodica e musicale invidiabile, merito di un feeling spontaneo, di una preparazione invidiabile e della grandissima capacità vocale di un Kiske immenso. Queste due uscite seminali sono celebrate da due tour chiamati proprio Keeper Of The Seven Keys Tour', nei quali la band amburghese si esibisce all'apice della sua forma confermando la sua attitudine happy e sfoderando prestazioni travolgenti che la collocano tra i giganti dell'heavy metal. Resta la gloria e il profumo di cuoio che i chiodi degli headbangers conferivano a quei leggendari anni '80, gli anni d'oro dell'heavy metal: e gli Helloween stavano scrivendo pagine immortali di questa storia, con un'ispirazione fantasiosa e 'positiva' del tutto personale, lontana dall'epicità pomposa di tutti i gruppi epic o dal pessimismo sanguinario dei thrashers. Anche le coloratissime copertine timbrate Helloween rendevano magico e attraente il fantastico mondo delle Zucche, capaci come pochi altri di raccogliere frange fedeli di fans entusiasti e sognanti. Dopo un primo album live [1989], gli Helloween affrontarono un periodo nero, con contrasti giudiziari riguardanti contratti con 2 diverse case discografiche che rallentarono l'uscita di un nuovo album. particolarmente dolorosa fu la dipartita di Kai Hansen, il funambolico chitarrista che decise di abbandonare la band, ormai divenuta una vera dittatura di Weikath [peraltro ulteriormente rallentata dell'ego crescente ed esagerato di Kiske]: Hansen concentrò i suoi sforzi in una nuova band, i Gamma Ray, che proseguiranno glosriosamente la striscia speed-power metal che invece gli Helloween perderanno di lì a poco. Nel 1991 uscì infatti 'Pink Bubbles Go Ape', caratterizzato da un heavy vivace e commerciale che deluse i fan e creò discordie musicali nella band, oltre a portarla lontano dai suoi canoni power. Il crollo continuò con 'Chameleon', un abbandono dell'heavy verso nuove influenze pop-rock. I dissidi interni portarono l'addio del cantante Kiske, sostituito da Andreas Deris, e del batterista Ingo Schwichtenberg, morto suicida a causa della depressione dovuta alla tossicodipendenza.

Il debutto della nuova formazione fu un brillante ritorno al sound power metal, nel 1994 con 'Master Of The Rings'. E' un album di nuovo potente e ispirato, un onesto bagno di umiltà all'altezza dei predecessori. Fans e critica erano soddisfatti. La band restò successivamente segnata dal suicidio dell'ex batterista per problemi di droga, e gli dedicò il nuovo lavoro, 'The Time of the Oath' [1996]. Probabilmente 'The Time of the Oath' fu ancor più potente e curato di 'Master of the Rings', ed aprì una nuova serie di album epici, avvincenti e dall'impatto vincente, cghe finalmente riportavano la band sulle coordinate power degli esordi e le potenziavano con vigorose galoppate di speed metal e chorus ariosi. Il successo fu strepitoso, e gli Helloween tornarono a splendere tra le band di punta del metal europeo. A un altro live seguì il loro lavoro più duro, 'Better Than Raw' [1998], tellurico e aggressivo, quindi nel 2000 'The Dark Ride', sempre più marcatamente segnato da nuove influenze: il sound della band si fa cupo e misterioso. In mezzo, ai due lavori era uscito 'Metal Jukebox', una compilation di cover metal. Nuovi dissidi e cambi di formazione ribaltarono però la band, che nel 2003 pubblicò 'Rabbit Don't Come Easy', un lavoro potentissimo che fu accolto tiepidamente ma rappresentava un'altra istantanea significativa di cosa fosse il power-speed metal e di quale fosse il tipico sound degli Helloween: esso rappresentò il coronamento del primo ciclo con Deris al microfono. Nel 2005 fu la volta di 'Keeper Of The Seven Keys- The Legacy': inizialmente i fan storsero il naso, visto il nome che richiamava i vecchi capolavori degli Helloween, ma l'album vendette comunque parecchio e possedeva diverse canzoni valide. Gli Helloween, tra un tour e l'altro, sfornano nel 2007 'Gambling With The Devil', il nuovo lavoro, sulla scia del predecessore: buono, veloce, tonico, non più eccezionale. Il 2010, anno del 25° anniversario dell'ensemble mitteleuropeo, vede l'ucita di 'Helloween- Unarmed', un greatest hits in cui Deris interpreta classici dell'era sua e di quella di Kiske riarrangiati con un'orchestrazione sinfonica ed un taglio particolare, quasi popeggiante, per non fermarsi all'autocelebrazione ma proporre ai fans del materiale relativamente particolare e curioso da ascoltare, pur se non trascendentale. Il risultato è poco convincente, ma per fortuna il nuovo disco di inediti, '7 Sinners', si rivela prodotto di discreta qualità che conferma il power tradizionale della band. Insomma, le zucche vanno ancora all'attacco.

1985 WALLS OF JERICHO 1987 KEEPER OF THE SEVEN KEYS PART I 1988 KEEPER OF THE SEVEN KEYS PART II 1991 PINK BUBBLES GO APE 1993 CHAMELEON 1994 MASTER OF THE RINGS 1996 THE TIME OF THE OATH 1998 BETTER THAN RAW 2000 THE DARK RIDE 2003 RABBIT DON'T COME EASY 2005 KEEPER OF THE SEVEN KEYS: THE LEGACY 2007 GAMBLING WITH THE DEVIL 2010 7 SINNERS

BIOGRAFIE: MICHAEL KISKE, il cantante storico della band che ha caratterizzato con la sua fantastica voce l'epopea dorata dei due 'Keeper', salvo poi allontanarsi dalla band e dal mondo dell'heavy metal con dischi troppo commerciali e dichiarazioni al vetriolo tese a rinnegare tutto il passato cuoioborchiato nelle file delle zucche di Amburgo!